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COSENZA – I ministeri hanno approvato il piano di riorganizzazione della rete ospedaliera calabrese. Dopo oltre un anno di attesa per una sua prima redazione e ben tre modifiche nel giro di pochi mesi arriva la conferma dal presidente/commissario. «Il tavolo Dm70 – scrive Roberto Occhiuto – composto dai rappresentanti tecnici dei Ministeri dell’Economia e delle finanze e della Salute, ha approvato la rete ospedaliera della nostra Regione. Un ottimo risultato per la Calabria».

Una notizia attesa con qualche apprensione. Due giorni fa proprio Occhiuto aveva espresso i suoi dubbi sull’approvazione del decreto. Il documento, che ha già “incendiato” molti territori, prevede in primo luogo la soppressione di almeno 35 reparti con relativi posti letto. Tagli che si dovranno fare in cinque anni a partire dal prossimo anno e considerati necessari per il rispetto degli standard ministeriali. Si tratta dunque di un documento per sua stessa natura “provvisorio”, con il processo di individuazione delle teste da tagliare affidato direttamente ai manager delle singole aziende, chiamati adesso a redigere gli atti aziendali ed entrare nel merito della questione. Gli altri “timori” sono tutti confermati: c’è lo spostamento della terapia intensiva pediatrica da Cosenza a Catanzaro, con la provincia più grande che si troverà nei prossimi anni senza un reparto di eccellenza. C’è il taglio dei posti letto all’ospedale di Acri, la previsione di “trasformazione” degli ospedali di Polistena e Serra San Bruno in piccoli presidi una vota realizzati i nuovi ospedali.

E ancora: l’ospedale di Paola si troverà senza chirurgia, trasferita a Cetraro. Quest’ultimo invece verrà attrezzato con il punto nascita chiuso da anni e in fase di riapertura proprio nel corso di questo 2024. Chiude invece quello della clinica privata accreditata del Sacro Cuore di Cosenza. Il piano è di riconvertire quei posti in qualcosa di più remunerativo, come una terapia sub intensiva.

Dall’altro lato sono state messe nero su bianco le riaperture dell’ospedale di Cariati, Trebisacce e Praia a Mare. Opzioni che dovrebbero chiudere anche una lunga stagione di lotte inaugurate con i tagli lineari dell’era Scopelliti. La Calabria dovrà avere 6mila 694 posti letto operativi. Altri 1976 circa saranno di privati accreditati, 137 invece come posti letto Covid che si aggiungono al conteggio totale. I posti letto per acuti saranno complessivamente 5.396. Le incognite restano tante.

L’ultimo documento di riordino, firmato dal commissario Massimo Scura nel 2016, non fu mai effettivamente portato a compimento per numero di posti letto. A oggi soltanto l’82% è stato effettivamente messo in funzione, e con carenze enormi di personale.

Si preannunciano battaglie su più fronti: i comitati per la salute di Paola hanno già interpellato il Tar, stessa iniziativa ad Acri. Polistena prepara una grande manifestazione e altre amministrazioni si stanno organizzando sul da farsi. La “gestazione” del documento, in ogni caso, non è stata per nulla facile. Diverse le correzioni pretese dai ministeri negli ultimi anni, con una bocciatura pesante rimasta sottotraccia su una bozza inviata lo scorso anno. Poi la pubblicazione, un’ennesima rettifica romana e infine la terza stesura che torna indietro su alcune questioni. Come quelle relative ai reparti “doppioni” della neonata Dulbecco che, per il momento, potranno restare così.

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