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Non si devono modificare i parametri di valutazione dell’olio extra di oliva (evo) italiano. E’ la Calabria, tradizionale produttrice del pregiato alimento, a guidare la battaglia nei confronti del Consiglio oleico internazionale, impegnato a rivedere i criteri di classificazione degli oli extravergini.

Nel corso della commissione per le Politiche agricole della conferenza Stato-regioni, l’assessore all’agricoltura calabrese Gianluca Gallo ha presentato il testo di una risoluzione, condivisa con le altre regioni, da indirizzare al ministro Patuanelli.

«Siamo assolutamente contrari all’ipotesi di ridurre i parametri di acidità e di altre caratteristiche chimiche dei nostri olio evo – ha dichiarato Gallo – dato che così verrebbero sminuiti e mortificati sia il patrimonio inestimabile di biodiversità rappresentato dalla nostra olivicoltura, sia la qualità e le proprietà organolettiche, benefiche per la salute, dei nostri oli».

Punti di vista rappresentati nei giorni scorsi anche dalle organizzazioni di categoria agricole, Confagricoltura in testa, ed posti ora a base della richiesta da sottoporre all’Esecutivo, in cui tra l’altro si specifica anche come l’eventuale introduzione dei nuovi requisiti causerebbe gravi danni all’intero comparto italiano, produttore di oli evo di alta qualità ma con condizioni di acidità non certo favorevoli a causa del clima, tendente ad una certa umidità, soprattutto nel Meridione.

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