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Un treno per l'alta velocità

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COSENZA – Saranno state le tante promesse tradite, i tanti investimenti rimasti solo sulla carta, ma intorno all’alta velocità in Calabria c’è un certo scetticismo, che sfiora il paradosso. Lo spiega bene Enza Bruno Bossio, segretaria della commissione Trasporti della Camera. «Si continua a sparare a zero – dice – sull’unico investimento che c’è per il Mezzogiorno e la Calabria. Non so perchè tutti si concentrano sulle risorse del Pnrr che sono aggiuntive rispetto ad altri finanziamenti statali. Non sono migliori di altre, anzi per certi aspetti sono peggiori visto che si tratta di finanziamenti a debito».

Una premessa per spiegare che l’alta velocità in Calabria è pienamente finanziata. Sono stati già stanziati 11.2 miliardi, di cui 1.8 nel PNRR e 9.4 nel Fondo Complementare previsto nel bilancio dello Stato: i due fondi, 1.800 PNRR e 9.500 fondo complementare, rappresentano un unico investimento previsto nel contratto RFI/MIMS che deve essere speso tutto entro il 2030.

La deputata del Pd spiega anche che l’amministratore delegato di Rfi, Vera Fiorani, ha illustrato in commissione Trasporti il cronoprogramma dei lavori che dovrebbero finire entro il 2030 come potete leggere nel grafico che pubblichiamo in alto. In quello schema, fra l’altro, si può vedere come gran parte dell’investimento ricada proprio in Calabria.

«Partendo da nord – spiega la Bruno Bossio – la tratta di questo investimento riguarderà Battipaglia-Tarsia, da completare entro il 2030. Partendo da Sud si completa il collegamento del gateway ferroviario dà Gioia Tauro a San Ferdinando Rosarno, si modificano le gallerie fino a Paola, per consentire il passaggio dei container, si raddoppia la galleria Santo Marco, fino a Tarsia, dove ci sarà lo switch verso il versante ionico adriatico. Tutto sempre entro il 2030».

Ma perchè si è ricorsi al fondo complementare anzichè al Pnrr? Questo lo ha spiegato ieri il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile Enrico Giovannini in una intervista rilasciata a “Il Messagero”.

«Fare la Salerno Reggio è stata una scelta di questo Governo – ha detto – Se l’avessimo inserita tutta nel Pnrr saremmo stati dei folli perchè è impossibile ultimarla nei tempi previsti dal Pnrr: per questo sono stati inseriti solo i lotti realizzabili e resi fruibili nel 2026, ma ci sono altri dieci miliardi sul bilancio dello Stato per proseguire l’opera oltre tale data».

Cingolani nell’intervista difende poi la bontà della scelta indipendentemente dalla realizzazione o meno del Ponte sullo Stretto. «Intanto diamo questo servizio a sei milioni di persone», dice poi per il Ponte si vedrà anche se in questi giorni dovrebbe essere affidato ad una società un nuovo studio di fattibilità.

Tornando alla rete ferroviaria la Bruno Bossio va oltre le dichiarazioni del Ministro: «Se devo essere sincera siamo rimasti molto stupiti che il Governo abbia immediatamente stanziato i dieci miliardi necessari all’alta velocità contemporaneamente al Pnrr – dice – ma d’altronde basti pensare che al suo primo discorso alla Camera lo stesso Draghi ha citato l’alta velocità al Sud come opera strategica per tutto il Paese».

La deputata dice anche che i finanziamenti sulla rete ferroviaria non finiscono mica qui. Sempre nel contratto fra Rfi e Ministero ci sono fondi per realizzare una stazione strategica per la zona Nord della Calabria e precisamente a Montalto Uffugo che secondo la Fiorani sarà una delle stazioni più belle d’Italia. Ci sono poi circa 300 milioni per l’elettrificazione della linea Jonica e altrettanti per la tratta Cosenza-Catanzaro gestita dalle Ferrovie della Calabria che diventerà ad idrogeno. Problemi tecnici non consentono al momento di sostituire le locomotive diesel con quelle ad idrogeno nella tratta jonica per cui lì si andrà avanti con l’elettrificazione.

Il punto allora è solo quello di incalzare Rfi al mantenimento degli impegni presi e in particolare al rispetto del cronoprogramma che la stessa società ha comunicato al Governo. Non solo sull’alta velocità, ma anche sulla elettrificazione della tratta jonica.

E’ evidente che il trasporto su ferro diventa fondamentale per una regione che sconta tremendi deficit sulle infrastrutture, soprattutto quelle viarie.

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