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Il Comune di Reggio Calabria

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REGGIO CALABRIA – «Non è normale che magicamente dodici scuole vengano dichiarate inagibili e un giunto tra due pilastri venga scambiato per un problema strutturale che mina la stabilità dell’edificio». Lo aveva detto a colloquio con i giornalisti del Quotidiano, durante un forum tenutosi in redazione nel luglio scorso, il sindaco, Giuseppe Falcomatà. Adesso sul caso c’è un’indagine.

A condurla è il pm Antimafia Stefano Musolino. Lo stesso che ha scoperchiato il presunto sistema di corruzione al Comune nell’ambito dell’inchiesta Reghion. I carabinieri hanno acquisito atti a Palazzo San Giorgio e allo stato non ci sarebbero indagati. Ma quello che gli inquirenti cercano di appurare è se c’entrino quelle dichiarazioni d’inagibilità a raffica con la “strategia del treno in corsa” che caratterizzava il modus operandi del comitato d’affari sgominato con l’inchiesta che portò all’esecuzione di dieci fermi eccellenti poco più di due mesi fa.

Deus ex machina era, secondo l’accusa, l’ex dirigente del settore Lavori pubblici del Comune Marcello Cammera. Secondo la ricostruzione dei carabinieri del Reparto operativo, diretto dal tenente colonnello Vincenzo Franzese, si creava una situazione di emergenza, anche sulla base di false attestazioni tecniche, al fine di procedere d’urgenza all’aggiudicazione di lavori e di non perdere i relativi finanziamenti pubblici, secondo un piano strategico consono agli interessi di una lobby politico-imprenditoriale che si muoveva nella zona grigia tra ‘ndrangheta e massoneria.

E proprio perché bisogna appurare se a monte dell’inagibilità presunta vi siano effettive carenze strutturali, il pm Musolino si è avvalso della consulenza tecnica del dirigente comunale Marcello Romano, già restituita all’ente locale al fine di verificare se su quei plessi chiusi – in realtà sono 14 – occorre compiere interventi o meno.

Allo stato la Procura non è in grado di stabilire se il gap che mina questo o quell’edificio sia reale o frutto di un mero artificio elaborato da qualcuno che magari intendeva lucrare sulla progettazione per la messa in sicurezza o sull’affitto di nuovi locali in cui ospitare gli studenti. Di certo c’è che i sospetti degli inquirenti si sono appuntati anche sulla chiusura di tutti quei plessi. Del resto, verifiche in tal senso erano state compiute anche dall’assessore ai Lavori pubblici, Angela Marcianò, sul finire del giugno scorso destinataria di una grave intimidazione (sconosciuti le incendiarono l’auto Mercedes parcheggiata sotto casa, come si ricorderà), ed emersa anche dagli atti dell’indagine Reghion come “una delle più fiere oppositrici di Cammera”.

«Non è normale che la palestra di Santa Caterina per mille euro di lavori di messa in sicurezza del tetto sia chiusa da sei mesi», disse ancora il sindaco durante il forum in redazione. Troppe anomalie. Troppe cose sembrano indirizzarsi al di fuori della normalità, a Reggio. Da qui a dire che tutto questo sia riconducibile al treno condotto da Cammera ce ne corre. Ma gli accertamenti sono ancora in corso.

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