X
<
>

Alcune partecipanti all'evento

Condividi:
3 minuti per la lettura

REGGIO CALABRIA – La manifestazione nazionale “La Calabria contro la violenza sulle donne” indetta contro la violenza di genere a Reggio Calabria raccoglie l’adesione di un gran numero di studenti e partecipanti dal territorio mentre in città sono giunti autobus anche dal resto della Regione.

L’evento indetto dalla Regione Calabria trae la sua origine anche dall’episodio di violenza su una ragazza 13enne avvenuto nei mesi scorsi a Melito Porto Salvo (LEGGI LA NOTIZIA) ed è stata organizzata a Reggio Calabria piuttosto che a Melito Porto Salvo per una volontà di tutelare la stessa vittima (LEGGI LA NOTIZIA SULLA DECISIONE DI ORGANIZZARE LA MANIFESTAZIONE A REGGIO).

Sono partite da Cosenza e Rende direzione Reggio le associazioni What Women Want, Centro Lanzino, Auser di Rende, il Centro italiano femminile, Associazione italiana donne ingegnere e architette, Associazione educatori e pedagogisti calabresi, Commissione pari opportunità degli ordini degli architetti e degli avvocati, Fondazione Lilli Funaro. Soddisfazione espressa per l’iniziativa lanciata dalla Regione, ma non sono mancate le critiche e i dubbi per lo spostamento della manifestazione da Melito – dove il messaggio avrebbe avuto più senso – a Reggio. Anche da Catanzaro, VIbo e Crotone sono giunti rappresentanti di varie associazioni a sostegno dell’appuntamento.

[editor_embed_node type=”photogallery”]72739[/editor_embed_node]

 

All’appuntamento erano presenti in testa al corteo la presidente della Camera Laura Boldrini, il ministro Maria Elena Boschi (che nei giorni scorsi aveva già fatto registrare la sua presenza a Reggio sull’argomento LEGGI), la presidente della Commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi e il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio, alla manifestazione nazionale.

Gli interventi di Laura Boldrini e Maria Elena Boschi

«Bisogna dire no – ha sostenuto la presidente della Camera Boldrini – alla ‘ndrangheta. Bisogna dire no anche all’indifferenza. Perché se lo diciamo tutti insieme, i ragazzi, le ragazze la società civile, le istituzioni, tutto questo ha più forza. Insieme ce la facciamo. Questa è un’iniziativa che ci voleva. È un dovere delle istituzioni essere qui perché la violenza su una ragazza fa male a tutti e fa male al nostro Paese. È come se per ogni donna che subisce violenza, ognuna di noi subisse la stessa violenza. Ognuna di noi è il Paese ferito».

«Per questo è importante – ha aggiunto – manifestare assieme a tante donne e uomini della società civile, delle associazioni, delle istituzioni. Perché la violenza sulle donne colpisce sì le donne, ma è un problema degli uomini. Lo dico a voi ragazzi: isolate i violenti. Fateli sentire indegni di essere uomini. Mettete all’angolo i violenti. Non confondetevi con loro. E ai violenti voglio mandare un segnale chiaro e forte: rassegnatevi, noi donne non rinunceremo mai, assieme a queste ragazze, alla nostra libertà e ai nostri diritti. Smettetela. Non vincerete. Rassegnatevi».

«È bello essere qui oggi, tutti insieme, per condividere la responsabilità di dire no a qualsiasi forma di violenza». Ha affermato il ministro Maria Elena Boschi nel suo intervento. «Voglio ricordare qui – aggiunto – la grande testimonianza civile di una giovane meridionale, siciliana, Franca Viola, che venne sequestrata dal suo pretendente, e rifiutò nonostante le minacce mafiose il matrimonio riparatore. Da quel momento in poi il reato di violenza sessuale contro le donne è diventato reato contro la persona».

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE