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Il porto di Gioia Tauro

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REGGIO CALABRIA – La guardia di finanza di Reggio Calabria ha eseguito un decreto di confisca di beni immobili, autovetture e disponibilità finanziarie complessivamente pari ad euro 320.000. Il provvedimento scaturisce dall’operazione condotta nel Reggino e denominata “Puerto Connection” ed è stato emesso dal Tribunale di Reggio Calabria nei confronti di Vincenzo Trimarchi.

L’uomo è stato arrestato nel 2011 dai militari del Gruppo operativo antidroga della guardia di finanza di Reggio Calabria mentre tentava di trasportare oltre 500 chilogrammi di cocaina al di fuori dell’area portuale di Gioia Tauro, occultati all’interno di un furgoncino di proprietà della Mct (società per la quale lavorava).

Per questo è stato condannato, con sentenza definitiva, alla pena di 16 anni. Le ulteriori indagini svolte dopo l’arresto avevano evidenziato che Trimarchi era inserito in un’associazione per delinquere di stampo mafioso capeggiata dai fratelli Brandimarte. Il sodalizio criminale era articolato su più livelli, comprensivi di squadre di operatori portuali infedeli, era dotato di elevatissime disponibilità finanziarie ed aveva essenzialmente lo scopo di reperire ed acquistare all’estero ingenti quantità di sostanza stupefacente.

La cocaina veniva importata prevalentemente attraverso i porti panamensi di Cristobal e Balboa, trasportata in Italia a bordo delle cargoship della Msc S.A. in arrivo nel porto di Gioia Tauro o in altri porti nazionali o europei, per poi essere successivamente commercializzata. I beni sono stati confiscati in quanto ritenuti provento delle attività illecite di Trimarchi, del quale è stata provata la pericolosità sociale qualificata. I beni erano stati già oggetto di provvedimento di sequestro di prevenzione disposto dal medesimo Tribunale a maggio 2015 su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria.

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