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Giuseppe Falcomatà

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REGGIO CALABRIA – Un vago riferimento alla situazione interna alla polizia municipale e un proiettile. E’ questo il contenuto della lettera di minacce ricevuta dal sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà. Il plico è stato intercettato la scorsa fine di settembre nell’ufficio postale di Catona, alla periferia nord della città. Ad accorgersi del contenuto della busta, di colore giallo, sono stati gli impiegati che stavano smistando la corrispondenza in uscita.

La polizia municipale di Reggio Calabria è al centro di diverse polemiche, con vertenze in atto e provvedimenti disciplinari nei confronti di alcuni appartenenti.

Nei giorni scorsi l’intimidazione è stata al centro di una riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica che ha chiesto al sindaco di avere maggiori riferimenti anche su alcune intimidazioni avvenute in passato e sugli attentati ai danni di strutture pubbliche quali un asilo e un’area attrezzata. Non è, infatti, la prima volta che il sindaco della città metropolitana di Reggio Calabria subisce un’intimidazione dalla data del suo insediamento il 26 ottobre del 2014. 

Molti gli attestati di solidarietà al primo cittadino di Reggio. Anche la presidente della Camera, Laura Boldrini, ha telefonato a Falcomatà, mentre solidarietà e sostegno sono stati espressi dal presidente della Regione, Mario Oliverio, e dal presidente del Consiglio regionale, Irto.

Il vicesegretario nazionale del Pd, Lorenzo Guerini, ha affermato: «La mia personale vicinanza e quella di tutto il Partito democratico a Giuseppe Falcomatà per le vili e gravi intimidazioni che ha ricevuto. Il suo prezioso ed efficace impegno di sindaco della sua città ha tutto il nostro sostegno. Siamo al fianco di Giuseppe nella sua quotidiana azione a favore dei suoi concittadini». Anche il segretario regionale del partito, Ernesto Magorno, è intervenuto: «Il sindaco di Reggio Calabria può contare sul sostegno dell’intero Pd Calabria e della comunità calabrese. La busta con proiettili a lui indirizzata rappresenta un atto di barbarie nei confronti di un amministratore impegnato su una linea di cambiamento e di rigorosa trasparenza e rappresenta in maniera plastica la reazione di chi vede nello Stato un ostacolo al proprio agire criminale». 

Anche lo stesso sindaco Falcomatà è intervenuto sull’accaduto: «Ritengo che questo tipo di situazioni vadano affrontate senza vittimismi, senza voler giocare a fare gli eroi».

«Non è questo – aggiunge – che la comunità ci chiede. Questo territorio è formato da tantissime brave persone che operano per la collettività e combattono chi, invece, vuole, anche con questi gesti, che i nostri territori rimangano indietro. Noi non vogliamo fare questo, ma forse è il momento che ancora di più le forze sane si uniscano e che chi non fa parte di questa minoranza, di soggetti che si rendono protagonisti di questi situazioni, venga fuori, venga allo scoperto».

«E’ un episodio – ha spiegato Falcomatà – che risale a qualche settimana fa. Ma, come negli altri casi ho ritenuto di non divulgare la notizia, anche per preservare la mia famiglia da questo tipo di situazioni. E’ ovvio che gli organi di informazione appena saputa la notizia, per dovere di cronaca, ne hanno dato diffusione. Si tratta di alcuni proiettili contenuti all’interno di una busta gialla. Aspettiamo gli sviluppi delle indagini. Va detto che nell’ultimo mese sono accadute diverse cose che vanno a colpire la nostra comunità, strutture pubbliche. In qualche modo anche strutture destinate ai bambini, pensiamo al tentativo di incendio del Parco giochi di Largo Botteghelle, all’asilo nido di Archi ed all’asilo di S. Venere. Sono tre atti intimidatori rivolte a strutture pubbliche, rivolte a strutture che stavano per essere restituite ai cittadini. Alcune stavano per riaprire dopo mesi di chiusura, altre stavano per aprire ex novo, come l’asilo di S. Venere, territorio pedemontano della nostra città, in cui non ci sono mai state strutture di questo tipo. Di conseguenza – conclude il sindaco di Reggio Calabria – lasciano perplessi questo tipo di attività che comunque vanno a colpire in qualche modo noi stessi».

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