X
<
>

Il sindaco Giuseppe Falcomatà

Condividi:
4 minuti per la lettura

REGGIO CALABRIA – Finisce con la rinuncia all’incarico di segretario generale della città metropolitana, formalizzata via pec da Domenico Libero Scuglia, al sindaco metropolitano Giuseppe Falcomatà la vicenda della nomina quantomeno inopportuna da parte dell’ente di un burocrate, Scuglia appunto, che come anticipato dal Quotidiano del Sud (LEGGI LA NOTIZIA), risulta rinviato a giudizio ed a processo per la vicenda della bancarotta fraudolenta della società Proserpina, la mista addetta alla raccolta rifiuti nel vibonese e fallita con un residuo passivo di 10 milioni di euro.

Le dichiarazioni di Scuglia

Lo ha annunciato lo stesso Scuglia al Quotidiano, amareggiato per il risvolto mediatico della vicenda ed assicurando che il sindaco metropolitano non sapesse nulla del rinvio a giudizio: «Il bando chiedeva se avessi riportato condanne penali ed il mio è un rinvio a giudizio. Oggi penso di avere sbagliato a non dirlo al sindaco che ho conosciuto solo venerdì scorso durante il colloquio e con il quale non ho mai avuto contatti di natura politica e si figuri non sono del Pd, sono un convinto antirenziano ed ho partecipato ai comitati per il No al Referendum». Un colloquio quello di Palazzo Alvaro andato però benissimo tant’è che venerdì stesso dall’ente hanno comunicato telefonicamente la scelta di Scuglia al diretto interessato. Una scelta formalizzata con una nota inviata da Palazzo Alvaro, lo stesso pomeriggio di venerdì, all’amministrazione di Locri, presso la quale Scuglia è attualmente segretario comunale, in cui si comunica al sindaco di Locri, Giovanni Calabrese l’assegnazione alla segreteria generale della città metropolitana di Scuglia. Ma come se la rinuncia formale all’incarico da parte di Scuglia non fosse mai arrivata da Palazzo Alvaro e come se il sindaco non lo avesse mai scelto ed individuato, dalla sede della città metropolitana arriva la replica dell’amministrazione che appare una pezza peggiore del buco e che accusa di ignoranza la stampa che ha scoperchiato la vicenda.

La replica di Falcomatà

«Ogni insinuazione viene fatta probabilmente da chi dimostra di non conoscere l’iter procedurale di nomina del Segretario Generale che gli Enti Locali sono tenuti ad osservare. Com’è noto, il Segretario – ci spiega Falcomatà – è un funzionario pubblico, dipendente del Ministero dell’Interno e assegnato all’Ente locale richiedente. La nomina di assegnazione di Segreteria non è gestita dall’Ente richiedente ma dal Ministero dell’Interno che ne cura l’avviso per dare l’opportunità ai segretari di manifestare l’interesse per la sede di Segreteria pubblicizzata. Successivamente il Responsabile dell’Amministrazione individua il soggetto sulla base delle manifestazioni di interesse pervenute e richiede al Ministero dell’Interno di effettuare “gli opportuni riscontri finalizzati all’accertamento del possesso dei requisiti previsti da parte del segretario individuato” e dà comunicazione del riscontro ai fini della nomina. Ad oggi non esiste un decreto di nomina – conclude la nomina – da parte del Sindaco Falcomatà che al momento della richiesta al Ministero di effettuazione “degli opportuni riscontri” non poteva essere a conoscenza di eventuali vicende giudiziarie dei diversi candidati”.

Fin qui parla Palazzo Alvaro che si trincera dietro formalismi per affermare che sostanzialmente la nomina non era stata formalizzata ma nulla dice circa la scelta e l’individuazione poco opportuna da parte del sindaco, e cioè l’asse principale sul quale si muoveva l’articolo giornalistico del Quotidiano e che si sarebbe potuta evitare facendo una semplice ricerca sul profilo dei candidati come ha scoperto il Quotidiano verificandone davvero banalmente e semplicemente ricercando il curriculum su Internet.

Ma la nota di Palazzo Alvaro omette di dire però altri particolari:

1) la procedura era in stato così estremamente avanzato (come si spiegherebbe altrimenti la rinuncia inoltrata via pec di Scuglia per un incarico al quale non era mai stato individuato?) da parte dell’ente, tant’è che la scelta di Falcomatà era stata fatta e comunicata al diretto interessato, Scuglia, fin da venerdì scorso, che l’aveva accettata.

2) C’è poi la decisione formalizzata su carta intestata della città metropolitana all’amministrazione comunale di Locri presso la quale Scuglia è attualmente in servizio.

3) l’individuazione di Scuglia era stata già inoltrata al ministero degli Interni ed è ancora visibile (alla voce “stato delle procedure di nomina”) sul sito del Ministero albo nazionale dei segretari comunali in cui Scuglia risulta assegnato alla segreteria generale della città metropolitana (come visibile nella tabella del Ministero riportata in alto).

4) I riscontri formali attesi dal Ministero che, secondo le fonti primarie del Quotidiano di vertice di Palazzo Alvaro, erano già arrivati ed erano positivi, si sarebbero potuti esprimere in ogni caso solo sui requisiti formali del candidato Scuglia a cui peraltro il bando chiedeva di specificare se avesse condanne penali e su Scuglia pende solo un rinvio a giudizio.

5) La rettifica dell’ente arriva solo dopo la rinuncia di Scuglia ed è solo quest’atto che impedisce una nomina per la quale c’era già stata la formale accettazione.

Oggi la città metropolitana si accorge delle ragioni di opportunità solo perchè sollevate dal Quotidiano e la nomina di Scuglia si è arenata solo perchè si è scontrata frontalmente contro lo scoglio dell’attenzione della stampa. Pertanto l’ente non costringa il Quotidiano, per tutelare la propria onorabilità, professionalità e credibilità a rivelare le fonti di Palazzo Alvaro perchè la figuraccia che rimedierebbe andrebbe ben oltre i confini, già abbondantemente oltrepassati, dell’ultima controversa vicenda.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE