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Una delle foto di Arghillà postata da Musolino su Facebook

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Il sostituto procuratore della Dda Stefano Musolino denuncia il degrado ambientale di Arghillà con un post sul social network

COSENZA – La denuncia sociale arriva su Facebook. A farla sul suo profilo non è un comune utente della piattaforma ma un magistrato antimafia, tra i più stimati in riva allo Stretto. Per un giorno il sostituto procuratore della Dda di Reggio Calabria Stefano Musolino veste i panni di cronista e denuncia il degrado ambientale di uno dei posti più suggestivi della città, come la collina di Arghillà. A corredo tre foto di vere e proprie discariche a cielo aperto nelle strade del quartiere, dove insistono complessi di edilizia popolare sorti negli anni Novanta. Un rione-ghetto della zona nord che per tanti rappresenta l’unica alternativa per avere un tetto.

È una terra di nessuno dove tra immondizia, spaccio di droga e prostituzione la criminalità organizzata ha trovato una porta sempre aperta. Qui il censimento è fantasia. Molti residenti sono perfetti sconosciuti. Cifre approssimative parlano di cinquemila abitanti.

«Arghillà, quartiere Modenelle. Ogni giorno chi abita lì vede e convive con questo scempio. Una discarica pubblica in mezzo alla strada che copre un’area di circa 100 mq. C’è di tutto: rifiuti domestici, residui di lavorazioni edili, pneumatici usurati, vecchi infissi, mobilia distrutta, ecc…» scrive il magistrato. Uno scenario dove a trovare terreno fertile è la ‘ndrangheta e la criminalità comune. Uno scenario che spinge tutti a recitare la propria parte, a non delegare tutto alla magistratura e a puntare l’indice contro le istituzioni di turno.

«Se non si fa un investimento sociale concreto per restituire a chi vive quei territori un ambiente decente e salubre, se la periferia più periferia di Reggio Calabria verrà abbandonata al suo destino, da quel quartiere continuerà ad alimentarsi una delinquenza sempre più aggressiva e sempre più organizzata (sul punto, l’indagine Eracle offre già seri spunti di riflessione) – scrive ancora il pm Musolino – Proviamo a metterci nei panni di chi vive lì e vediamo se ed in che modo questo interpella la nostra coscienza personale. Poi, molto dopo, vedremo se e quali istituzioni dovranno fare qualcosa per fronteggiare questo disastro ambientale e sociale che inquina la vita e l’anima di chi vive a Modenelle, Arghillà, Reggio Calabria, Terra nostra!». Un serbatoio di criminalità che non aiuta ad avere una visione diversa della realtà a chi vive in quel territorio. E vedere la luce in un luogo che produce illegalità e disperazione sarà sempre più difficile. La vera sfida è tutta qui, a Reggio nord.

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