X
<
>

Domenico Lucano

Condividi:
1 minuto per la lettura

LOCRI (REGGIO CALABRIA) – «Io non ho mai guadagnato, né preso soldi da alcuno. A chi voleva darmeli ho sempre detto di devolverli in beneficenza. A Riace sono stati usati soldi pubblici solo per progetti relativi ai migranti e per alleviare sofferenze, opportunità di lavoro e di integrazione o dare una vita migliore a perseguitati o richiedenti asilo». Lo ha detto il sindaco di Riace Domenico Lucano nell’interrogatorio di garanzia davanti al gip di Locri, Domenico Di Croce, protrattosi per circa quattro ore.

SCOPRI TUTTI I CONTENUTI SUL SINDACO
DELL’ACCOGLIENZA DOMENICO (MIMMO) LUCANO

Lucano, accompagnato dai suoi avvocati, è accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e irregolarità nell’affidamento diretto a due cooperative del servizio di raccolta dei rifiuti. Lucano comparirà in mattinata davanti al Gip.

SCOPRI TUTTI I CONTENUTI SULL’OPERAZIONE XENIA

Conversando con i giornalisti, Lucano ha detto: «Non ho nulla da nascondere e da non dire, tutto quello che so lo dico, tutto». Al termine dell’interrogatorio, Lucano ha affermato: «Perché parlano di matrimoni al plurale? E’ stato solo uno, ma non è stato combinato. Abbiamo fatto le pubblicazioni, come in tutte le cose regolari. Mi sembra una cosa assurda, c’é stato un passaggio del Gip che dice “purtroppo è un reato di umanità».  

Anche sulle contestazioni dei rifiuti, Lucano è stato netto: «C’è una mafia che controlla questo ciclo dei rifiuti e praticamente io ho cercato di fare luce, di coinvolgere le cooperative sociali. Devo pagare per questo?». Lucano ha spiegato ai cronisti che nelle cooperative coinvolte lavorano «persone svantaggiate».

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE