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Nicola Gratteri

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LOCRI (REGGIO CALABRIA) – «Non mi fermo, perché non ci si può girare dall’altra parte». Il capo della Dda di Catanzaro, Nicola Gratteri, non intende soffermarsi più di tanto sulla notizia dell’ultimo progetto di attentato nei suoi confronti da parte della ‘ndrangheta.

«Non sono novità», ha aggiunto il magistrato relativamente all’argomento. Da oltre trent’anni Gratteri vive costantemente sotto scorta, con un livello di attenzione sempre crescente. La prima minaccia di morte risale agli anni ‘80. Il magistrato, considerato tra i massimi esperti nella lotta alla ‘ndrangheta, non ha mai avuto una vita privata “normale”. Nicola Gratteri tira avanti nelle sue indagini e non tralascia l’azione pedagogica, partendo soprattutto dalle scuole. Ieri è stata per lui una giornata molto impegnata in questo campo a Locri. Due appuntamenti simbolici nelle scuole.

Al Palazzo della cultura, per la rassegna nazionale “Libriamoci”, ha incontrato gli alunni delle ultime classi dell’istituto comprensivo De Amicis-Maresca di Locri per la lettura e il dibattito sul testo “Non chiamateli eroi”, scritto a quattro mani da Gratteri e Antonio Nicaso.

«Non fidatevi di chi vi propone scorciatoie. Studiate, solo così potrete cambiare le cose – ha più volte ripetuto agli studenti locresi, spiegando che “militarmente si possano contrastare le mafie, fino ad abbatterne l’80 del potenziale. È più difficile, invece, estirpare la mentalità mafiosa». Prima dell’incontro al palazzo della cultura il procuratore antimafia Nicola Gratteri ha voluto partecipare presso la sede coordinata di Locri dell’Ipsia al seminario su tematiche inerenti al rispetto della legalità. Nel cortile dello stesso istituto scolastico, per ricordare il trentennale dell’assassinio del giudice Giovanni Falcone, è stato messo a dimora l’”Albero di Falcone”, direttamente da Gratteri e dal vescovo della diocesi di Locri-Gerace, Francesco Oliva.

A margine delle due iniziative, Gratteri ha evitato di soffermarsi sulla sua mancata nomina alla guida della Direzione nazionale antimafia nell’ultimo Plenum del Csm. Tuttavia, a chi ha continuato a chiedergli un suo commento sull’argomento, il procuratore capo di Catanzaro ha risposto che «se pensano di avere fatto la scelta più giusta, non si può dire nulla, soprattutto se il voto dei membri del Csm sia stato espresso con scienza e coscienza. Anche Falcone e Borsellino hanno subito simili bocciature», ma rimangono esempi indelebili di uomini di legge ai quali, a trent’anni dalla loro tragica fine si fa riferimento.

Riguardo al progetto di attentato a Nicola Gratteri, oltre alla notizia della segnalazione proveniente dai servizi segreti, nulla emerge di nuovo. Gli ambienti investigativi, il Copasir e la Procura di Salerno non tralasciano nessun indizio per capire fino in fondo il piano terroristico contro il magistrato calabrese e la sua scorta da parte delle famiglie di ‘ndrangheta, per le quali «Gratteri deve saltare in aria». Ma attorno a Nicola Gratteri e al suo lavoro “di pulizia” fa scudo il popolo onesto che in queste ore si sta organizzando per tornare in piazza per dimostrare tutta la sua vicinanza e come “scorta civica”.

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