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GIOIA TAURO (REGGIO CALABRIA) – Il progetto del rigassificatore di Gioia Tauro potrebbe essere pronto in quattro anni, nel frattempo si attende la valutazione dello Stato sul suo ruolo “strategico”. Questo mentre l’Europa procede sull’accordo con gli Usa per la fornitura di gas liquido.

L’amministratore delegato di Iren, che assieme a Sorgenia sta lavorando al progetto di una struttura in grado di gestire 12 milioni di metri cubi di gas all’anno, chiama in causa direttamente il Governo a margine di una presentazione di un impianto a Torino.

«Sui rigassificatori – dice Gianni Vittorio Armani – noi abbiamo sviluppato un progetto che ha ottenuto l’autorizzazione a Gioia Tauro, insieme a Sorgenia. La strategicità di progetto è in corso di valutazione da parte dello Stato, credo che sia uno dei migliori progetti dal punto di vista realizzativo. Stiamo discutendo per dare un contributo dall’uscita dalla dipendenza energetica e aprire un’altra via di alimentazione del gas».

Il costo dell’impianto in Calabria è stimato in un miliardo, con una capacità di gestire 12 miliardi di metri cubi annui i gas, l’Italia ne utilizza l’anno quasi 80 miliardi, con un miliardo di metri cubi di capacità di stoccaggio. Il presidente Occhiuto nei giorni scorsi aveva rimarcato lo stesso concetto.

«Su questo progetto – ha detto Occhiuto – chiederemo al governo di accelerare l’iter, perché Gioia Tauro si doti di questa importante opera nel settore energetico. Anche il Presidente Draghi ha rimarcato recentemente l’intenzione di voler investire sui rigassificatori nel nostro Paese. Noi vorremmo collegare al rigassificatore anche la piastra del freddo. In questo modo Gioia Tauro potrebbe produrre surgelati per metà Europa, una possibilità incredibile per tutto il territorio».

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