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REGGIO CALABRIA – Nove persone sono state arrestate dalla squadra mobile di Reggio Calabria che ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria. Quattro persone sono finite in carcere, altre cinque ai domiciliari. Si tratta di capi, elementi di vertice e prestanome della cosca di Sant’Eufemia d’Aspromonte, funzionalmente dipendente della famiglia mafiosa Alvaro di Sinopoli, imperante anche a San Procopio, Cosoleto, Delianuova e zone limitrofe.

Gli arrestati sono accusati, a vario titolo, di concorso esterno in associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori ed autoriciclaggio, con l’aggravante dell’agevolazione mafiosa. Coordinati dal procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri, dall’aggiunto Gaetano Paci e dal pm Giulia Pantano, gli investigatori della Squadra mobile e del commissariato di Palmi stanno eseguendo anche numerose perquisizioni e sequestri di imprese, esercizi commerciali, appartamenti e terreni.

L’inchiesta è il seguito dell’operazione “Eyphemos” che nel gennaio scorso ha portato all’arresto di numerosi esponenti di ‘ndrangheta a Sant’Eufemia d’Aspromonte. Ma anche di politici come l’ex sindaco Domenico Creazzo che era stato appena eletto consigliere regionale nella lista Fratelli d’Italia, partito da cui è stato poi espulso.

Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati beni per circa due milioni di euro. Fra i beni sequestrati, imprese, società, bar, ristoranti e beni immobili in provincia di Reggio Calabria, Ancora, Pesaro Urbino e nella città di Milano, nei confronti di capi e gregari dell’articolazione della ‘ndrangheta operante a Sant’Eufemia d’Aspromonte.

L’inchiesta della Dda di Reggio Calabria avrebbe fatto luce su una serie di delitti posti in essere per occultare i beni derivanti dalle attività delittuose. Sarebbe stato colpito il complesso imprenditoriale, societario e immobiliare utilizzato dal boss Domenico Laurendi e da altri presunti sodali di rilievo dell’organizzazione mafiosa, arrestati nello scorso mese di febbraio nell’ambito dell’operazione Eyphemos, per infiltrarsi negli appalti, ripulire i proventi illeciti, penetrare nel tessuto economico-commerciale e mascherare i beni stessi da operazioni giudiziarie, nonché per affermare il potere territoriale della cosca ed amplificarne quello economico. Con l’accusa di aver aiutato questo sistema criminale sono stati arrestati, per concorso esterno in associazione mafiosa, un commercialista, un imprenditore e un’impiegata. Altri indagati sono stati arrestati per intestazione di beni fittizia e autoriciclaggio.

Nel blitz di stamattina sono stati impiegati circa un centinaio di agenti della polizia di stato. I dettagli dell’inchiesta saranno illustrati dl procuratore Bombardieri nel corso di una conferenza stampa che si terrà alla presenza anche del procuratore aggiunto Gaetano Paci e del questore Maurizio Vallone.

Al termine della conferenza stampa il questore Vallone saluterà la città di Reggio Calabria per assumere un altro importante incarico al Dipartimento della Pubblica Sicurezza.

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