X
<
>

Mimmo Lucano esce dal Tribunale di Locri dopo la condanna

Condividi:
2 minuti per la lettura

LOCRI (REGGIO CALABRIA) – L’ex sindaco di Riace, Domenico Lucano, é stato condannato a 13 anni e due mesi di reclusione nel processo «Xenia», svoltosi a Locri, in Tribunale, sui presunti illeciti nella gestione dei migranti. La sentenza condanna Lucano a quasi il doppio degli anni di reclusione che erano stati chiesti dalla pubblica accusa (7 anni e 11 mesi).

Il momento della sentenza contro Mimmo Lucano

L’ex sindaco, arrestato il 2 settembre 2016, era accusato, fra l’altro, di associazione a delinquere, truffa, concussione falsità ideologica e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Lucano è stato anche condannato, in solido con Antonio Fernando Capone, a una confisca di beni per 702mila euro.

VIDEO – IL GIUDICE ACCURSO PRONUNCIA LA SENTENZA DI CONDANNA

Nello stesso procedimento è stata condannata anche la compagna di Lucano, Lemlem Tesfahun, alla pena di 4 anni e 10 mesi di reclusione. Il pm aveva chiesto per lei la condanna a 4 anni e 4 mesi.

Nel chiedere la condanna a Lucano, invece, il pubblico ministero di Locri, Michele Permunian, nel corso della sua requisitoria aveva affermato che “a Riace comandava Lucano. Era lui il dominus assoluto, la vera finalità dei progetti di accoglienza a Riace era creare determinati sistemi clientelari. Lucano ha fatto tutto questo per un tornaconto politico-elettorale e lo si evince da diverse intercettazioni. Contava voti e persone. E chi non garantiva sostegno veniva allontanato”.

VIDEO – LUCANO ABBRACCIATO ALL’USCITA DAL TRIBUNALE

Fuori dal tribunale Lucano ha provato a commentare la sentenza, ribadendo la sua innocenza e la sua estraneità alle accuse.

VIDEO – LE PRIME PAROLE DI LUCANO SOPO LA SENTENZA

“Forse nemmeno a un mafioso, Io non voglio disturbare più nessuno, mi ritiro da tutto – si è sfogato Lucano dopo la sentenza – non mi importa più, voglio solo evitare dispiaceri ai miei familiari e ai miei amici, se devo morire, non c’è problema. Io sono morto dentro oggi. Non c’è pietà, non c’è giustizia. Ribaltano completamente la realtà, la distruggono. Quando sono tornato dalle misure cautelari, perché mi avevano sospeso da sindaco e cacciato da Riace, i rifugiati mi aspettavano. Adesso Riace è finita”.

“Valutate voi con la vostra intelligenza se si tratta di un’ingiustizia – ha detto ancora l’ex sindaco di Riace – io non ho nemmeno i soldi per pagare l’avvocato, se non fosse stato per i miei avvocati non avrei potuto permettermi nemmeno i viaggi per andare in Cassazione”.

Immediate le reazioni dal mondo politico: tra i primi a intervenire sulla condanna a Lucano ci sono stati Oliverio, de Magistris e Matteo Salvini (LEGGI)

Articolo in aggiornamento

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE