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Il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho

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REGGIO CALABRIA – Sull’omicidio di Marcello Bruzzese, avvenuto la sera di Natale a Pesaro (LEGGI LA NOTIZIA), è intervenuto anche il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho il quale ha rimarcato con forza come «il collaboratore e il testimone non possono essere mai lasciati soli».

Marcello Bruzzese, fratello di un pentito della ‘ndrangheta, sottoposto a programma di protezione, è stato ucciso con molta probabilità per volontà della ‘ndrangheta reggina (LEGGI LA NOTIZIA).

«Le persone a rischio  – ha proseguito a Radio Anch’io De Raho – che hanno dato una collaborazione allo Stato, hanno esposto i loro familiari, non possono essere dimenticate dallo Stato».

Anche se la vittima aveva chiesto di uscire dal programma di protezione, la sicurezza va sempre garantita «con le misure ordinarie perché sono soggetti sempre a rischio», ha spiegato il procuratore antimafia.

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Nel dettaglio, «ci deve essere una ulteriore attenzione perché la camorra, la ‘ndrangheta, la mafia non dimenticano, aspettano anche 15 o 20 anni e poi intervengono. E nei confronti delle mafie bisogna garantire sempre la protezione del testimone, del collaboratore e i familiari con le misure ordinarie».

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«Oggi – annuncia De Raho – è prevista una riunione di coordinamento che ho convocato nel mio ufficio tra direzione distrettuale antimafia di Ancona e di Reggio Calabria oltre che con gli investigatori del Ros che si stanno occupando dell’indagine proprio per fare il punto della situazione, condividere le conoscenze e comprendere cosa sia avvenuto, perchè sia stato commesso l’omicidio di un familiare di un collaboratore che aveva reso dichiarazioni importanti non molto tempo fa nel processo a carico della cosca Crea e perchè non ci sia stata l’attenzione che viene riservata a coloro che da non molto hanno reso dichiarazioni. Bisogna capire – chiarisce – questo circuito in quale punto è venuto meno e non ha riservato la giusta attenzione e protezione a un soggetto che comunque era esposto a rischio».

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