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Carri armati a Kiev

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GIOIA TAURO (REGGIO CALABRIA) – Anche dalla Calabria si alza forte il no alla guerra in Ucraina. I presidi più partecipati a Reggio e Gioia Tauro. Nella città dello Stretto, in piazza Italia, ieri mattina, circa 500 persone, con Cgil, Cisl e Uil, Sul, Auser Libera, partiti, movimenti e associazioni, si sono ritrovate per manifestare contro un conflitto lontano dagli occhi ma vicinissimo nel cuore. Nutrita la comunità ucraina che ha sventolato bandiere e urlato appelli alla pace.

A Gioia Tauro, in piazza Duomo, gli ucraini piangono mentre lanciano un appello per la salvezza dei loro cari i quali vivono in Ucraina dove le truppe militari della Russia stanno bombardando. Si stringe a loro una piazza piena di bambini, studenti, sacerdoti, autorità civili e militari, uomini e donne, con bandiere e striscioni della pace per dire no alla guerra in corso dall’altra parte del mondo. Momenti di commozione durante il sit-in di pace promosso dai sindaci della Piana, da Libera e dalle associazioni sindacali Cgil, Uil e Cisl. Le lacrime bagnano il viso di ciascun partecipante alle strazianti suppliche di pace da parte della comunità ucraina che vive nel centro portuale, sono oltre duecento.

VIDEO – L’INTERVISTA A DUE UCRAINI CHE VIVONO A GIOIA TAURO

Dopo aver implorato la fine della guerra, i rappresentanti dell’Ucraina ricordano i loro padri che in questo momento hanno trovato rifugio nei sotterranei, parlano dei più deboli, degli anziani, dei bambini malati, nei loro occhi si coglie la disperazione ed il terrore ma anche la speranza che tutto questo orrore possa finire. Lunghi applausi da parte della folla in piazza tentano di confortarli ed i sindaci scongiurano uniti lo stop alle armi, il loro invito è unanime e deciso: «Fermatevi», rivolgendosi alla Russia.

Anche gli studenti delle scuole cittadine: “Pentimalli” e “Severi” si ribellano all’offensiva trasmettendo la loro rabbia ed invocando la pace attraverso messaggi toccanti. A guidare la manifestazione è il padrone di casa, il sindaco Aldo Alessio, Gli fa da eco don Pino Demasi referente di Libera il quale invoca il disarmo, sottolineando: «Questo momento di riflessione nasce dalla volontà di non farci rinchiudere in casa mentre in Ucraina si scatena l’inferno, la nostra non è una generica solidarietà ma ci mettiamo in gioco per arrivare ad una cessazione immediata delle ostilità, chiediamo all’Italia e all’Europa di prodigarsi con diplomazia e con principi di neutralità attiva, per il ritiro delle forze militari».

Demasi lancia un appello di non mettere in mano a quelle stesse persone che oggi salvano gli ucraini strumenti di morte. Al termine del sit-in un gruppo di ucraini canta nella loro lingua ed Alessio oggi incontrerà una delegazione di loro per concordare una raccolta di viveri e coperte da inviare nella capitale invasa dai russi. Domani a Reggio altra manifestazione in piazza Italia con Anpi, Arci, sindacati e altre associazioni e movimenti.

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