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Quello che resta dopo uno degli incendi in Aspromonte

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REGGIO CALABRIA – E adesso inizia la conta dei danni di una catastrofe annunciata, un disastro ambientale, probabilmente senza precedenti. Le montagne dell’Aspromonte Greco sono spettrali con larghe chiazze nere. La situazione, per quanto riguarda gli incendi, appare sotto controllo ma, al momento, è davvero impossibile fare un bilancio.

Sul campo restano due giovani vite spezzate, quelle di Rita e Nino Cilione, di Bagaladi, intere aziende agricole cancellate dal fuoco, ettari sterminati di macchia mediterranea distrutti con unicità faunistiche probabilmente estinte. Intere famiglie ridotte sul lastrico, danni alle infrastrutture viarie nonché ad alcune abitazioni. Nel cuore dell’Aspromonte è stata fatta terra bruciata.

Intanto l’Associazione dei sindaci cerca di richiamare l’attenzione sulla tragedia che ha colpito le comunità dell’Area. L’organismo, presieduto dal sindaco di Roghudi, Pierpaolo Zavettieri ha rivolto formale ed accorato appello al Governatore della Calabria, Nino Spirlì, al Prefetto di Reggio Calabria, Massimo Mariani, al Presidente dell’Ente Parco Nazionale d’Aspromonte, Leo Autelitano, ed al sindaco metropolitano, Giuseppe Falcomatà, preannunciando la dichiarazione dello stato di emergenza e calamità. «Tale provvedimento – scrivono nella missiva inviata nelle scorse ore – si rende necessario per i danni enormi, ancora incalcolabili, che l’intero Aspromonte Grecanico ha subito e sta ancora subendo».

«Non si può nascondere alle nostre latitudini – proseguono – l’incuria e l’abbandono da parte degli organi dello Stato e l’impossibilità dei comuni di fare fronte a questo tipo di calamità per mancanza assoluta di risorse finanziarie, di uomini e mezzi; mancanza di sistemi di sicurezza, monitoraggio e sistemi di segnalazione. La gestione dell’emergenza in queste ore, dal punto di vista umano, ha fatto emergere l’aspetto migliore delle istituzioni ma rimane l’enorme amarezza per non essere intervenuti preventivamente ed aver dato fondo alle risorse, ancora adesso insufficienti, solo dopo aver registrato il decesso di due cittadini bagaladesi».

«Molte – incalzano i sindaci dell’Area Grecanica – sono le riflessioni che ognuno, per la propria parte, in queste ore, potrebbe evidenziare. compresa la messa all’indice da parte dei cittadini contro tutte le istituzioni o da parte di un’Istituzione nei confronti dell’altra».

«Riteniamo, però – concludono – che questo sia il momento di limitarci, e non sarebbe poco, ad individuare con puntualità cosa e quanto sia mancato per la prevenzione e la manutenzione di un patrimonio naturale così importante per la Calabria e l’ecosistema e, conseguentemente, cosa e quanto vada immediatamente garantito per impedire al fuoco e ad altre calamità naturali di completare la distruzione di ciò che è rimasto, senza trascurare gli indispensabili provvedimenti economico-strutturale immediati a tutela delle aziende interessate dalle fiamme che altrimenti sarebbero costrette a chiudere».

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