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Sergio Mattarella e Mario Draghi

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“EGREGIO presidente della Repubblica Mattarella, egregio presidente del Consiglio Draghi, venite in Calabria per fare sentire la vostra vicinanza e quella dello Stato Italiano, a noi che abbiamo affidato le nostre vite e quelle delle nostre famiglie alle istituzioni. L’autorevolezza dello Stato è l’unica arma per riappropriarsi di questi territori“.

E’ quanto scrive Antonino De Masi, imprenditore calabrese di Gioia Tauro e testimone di giustizia, in una lettera aperta pubblicata dal quotidiano “Il Domani” a Mattarella e Draghi. De Masi è da anni sotto scorta dopo aver subito diversi atti intimidatori dalla ‘ndrangheta.

Antonio De Masi

“Il 4 ottobre le Procure di Reggio Calabria, Ancona e Brescia – scrive De Masi – hanno arrestato dei pericolosi esponenti della ‘ndrangheta in quanto stavano organizzando un attentato ai danni di soggetti che hanno causato la condanna dei membri della consorteria mafiosa. L’attentato prevedeva persino l’utilizzo di armi da guerra (bazooka e bombe) contro le auto blindate che proteggono tali persone”. Al di là dei destinatari civili di queste azioni (“io o altri soggetti sotto scorta”) si parla di “un attacco allo Stato, al pari di quanto già avvenuto nelle stragi in Sicilia“.

“Il progetto di ammazzare dei testimoni di giustizia che, in un contesto sociale come quello calabrese hanno portato con le loro denunce all’arresto di pericolosi criminali – evidenzia ancora l’imprenditore – è un fatto gravissimo che mina i valori democratici di uno Stato”.

Da qui l’appello: “Credo che il paese, il governo, le massime istituzioni tutte debbano urgentemente venire in Calabria, nei luoghi in cui questi barbari criminali vivono, per prendere visione della realtà in cui viviamo e rimarcare il pensiero espresso con forza dal procuratore Antimafia Federico Cafiero De Raho in occasione della visita nella mia azienda dopo che contro la stessa avevano sparato 44 colpi di Kalasnikov: Chi tocca i cittadini, tocca lo Stato e sarà guerra”.

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