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Il porto di Gioia Tauro

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COSENZA – Niente più sole, mare e ‘ndujia. L’obiettivo del presidente Occhiuto è quello di presentare la Calabria come terra di investimenti. Una terra che ha nel porto di Gioia Tauro il suo scrigno o meglio un vero e proprio hub logistico proiettato nel Mediterraneo. Bene, anzi male. Perchè non sappiamo cosa dirà agli investitori internazionali la Regione in questa sua costosa trasferta; se, per esempio, gli racconterà dell’assurdità di una infrastruttura strozzata perchè non si riesce a realizzare una bretella ferroviaria di pochi chilometri. un problema che rischia di trasformare il terminal di Gioia in una Ferrari poggiata su mattoni.

Martedì scorso nel question time della Camera, in commissione trasporti, è stata discussa l’ interrogazione a firma della deputata Enza Bruno Bossio (Pd), sul collegamento ferroviario fra il porto di Gioia Tauro e la rete dell’Alta velocità. Il Mims ha risposto dicendo che nel Pnrr sono previsti 60 milioni per il potenziamento del collegamento ferroviario del porto. In particolare gli interventi consistono nel raddoppio della bretella di collegamento fra San Ferdinando e Rosarno; nella sistemazione dell’impianto di Rosarno con la realizzazione di almeno un binario con un modulo pari a 750 metri ed infine nella revisione della stazione di San Ferdinando per la realizzazione di binari con moduli di 750 metri oltre vari interventi sulla segnaletica e la sicurezza.

Come tutti sanno, però, il problema non sono certo i soldi. Mentre infatti la stazione di Rosarno è nella disponibilità di Rfi, quella di San Ferdinando e il collegamento con Rosarno sono di proprietà della Regione Calabria. Con delibera 221 del 31 maggio 2021 la Regione ha di fatto ceduto questi beni ad Rfi. E qui nasce il problema perchè, come ha replicato il ministro all’on. Bruno Bossio, «le attività di ricognizione dei beni oggetto di trasferimento a Rfi sono state avviate nel novembre 2020 e, ad oggi, gran parte delle aree interessate risultano correttamente intestate all’odierno Corap, mentre una limitata parte presenta alcuni disallineamenti di natura catastale, in corso di risoluzione, dal momento che dette aree sono parzialmente occupate dalla rete ferroviariae non correttamente volturate all’epoca della realizzazione dell’infrastruttura». Insomma la situazione non si sblocca, da anni, per un mero cavillo catastale, una roba kafkiana.

Il Mims però ha rassicurato che Rfi ha già avviato le attività di progettazione la cui conclusione è prevista nel dicembre 2022, così da poter completare tutti i lavori entro il 2026 come prevede il Pnrr.

«Il MIMS – ha commentato la deputata Pd – pur confermando in pieno l’esecuzione, entro il 2026, non fa piena luce sulla questione che ho sollevato e che purtroppo è dirimente. Non sfugge che su questa opera da anni pesano insidie e rallentamenti legati proprio al trasferimento di alcuni terreni oggetto dell’intervento. Già nel 2020, a mia firma, è stata approvata in commissione bilancio una norma che perfezionava il passaggio del tratto ferroviario dal Corap, alla Regione e poi ad Rfi. Ebbene – afferma in ultima la parlamentare- sono trascorsi quasi due anni e ci ritroviamo in una condizione di totale incertezza, che limita fortemente le potenzialità del più grande terminal di transhipment presente in Italia. Ccredo che sia urgente e necessario un definitivo intervento affinché la Regione trovi uno sbocco positivo e metta fine a questa storia infinita».

Ma non è solo lei ad essere preoccupata per questa storia infinita. Il gruppo del Pd in Consiglio ha presentato un’interrogazione sul «potenziamento della connessione intermodale del porto di Gioia Tauro».
Dopo aver sottolineato le potenzialità di Gioia, in consiglieri scrivono che «la funzione di Gateway del porto di Gioia Tauro non è pienamente operativa mancando di una rete ferroviaria moderna che assicuri una connessione intermodale efficiente con l’entroterra, in grado di garantire un trasferimento veloce delle merci dallo scalo portuale verso il resto del Paese, dell’Europa e viceversa».

Davanti a questo quadro, i consiglieri dem chiedono alla giunta regionale «quali azioni intende intraprendere e quali interventi intende attuare affinché si completi il trasferimento della proprietà del collegamento ferroviario Rosarno-San Ferdinando dal Corap alla Regione e alla società Rfi e si permetta di portare a termine i lavori secondo programmazione e nei tempi previsti».

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