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Bandiere dei sindacati

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REGGIO CALABRIA – Il Consiglio regionale che si è riunito per eleggere gli organismi dell’Ufficio di presidenza, con l’assise che sarà guidata dal consigliere regionale Domenico Tallini (LEGGI), ha anche approvato un ordine del giorno presentato da alcuni consiglieri della maggioranza di centrodestra e sostenuto in aula dal neo assessore regionale al Welfare, Gianluca Gallo, con il quale si chiede alla Giunta Regionale di «predisporre apposito provvedimento di modifica o di revoca della delibera di Giunta regionale n.503 del 2019 con la conseguente sospensione della esecutività del regolamento regionale n.22/2019». Un provvedimento spiegato dai sindacati, secondo i quali è stata bloccata «quella tanto attesa “Riforma del Welfare” che finalmente, colmando un ritardo ventennale , il governo regionale nella scorsa legislatura era riuscito ad approvare , portando la Calabria nel novero delle regioni adempienti alle previsioni della legge quadro nazionale 328/2000».

Per questo, è molto dura la reazione dei segretari regionali di Spi Cgil, Fnp Cisl e Uil pensionati, Pasquale Aprigliano, Cosimo Piscioneri e Alfonso Cirasa: «Se quello che è avvenuto alla prima seduta del nuovo consiglio regionale della Calabria del 26 marzo scorso , vuole essere il tratto distintivo di cosa sarà la legislatura che si apre e di come la nuova maggioranza intende governare la regione, allora possiamo dire che si parte davvero male».

I sindacati dei pensionati spiegano: «In un momento così delicato per la vita del Paese e della regione , non vogliamo alimentare nessuna polemica , ma vogliamo pacatamente rivolgerci al nuovo governo regionale perché si ristabiliscano le più elementari regole della democrazia , considerato che la DGR n.503/2019 e il relativo Regolamento regionale n . 22/2019 è frutto di un percorso di condivisione con la conferenza permanente per la programmazione dei servizi socioassiste​nziali – organismo previsto dall’art. 29 della L.R. n.23/2003 – e della quale fanno parte la Consulta delle Autonomie Locali e quella del Terzo Settore , che il 23 ottobre scorso li avevano approvati all’unanimità. E solo pochi giorni prima, il 10 ottobre scorso, era stata la terza commissione del consiglio regionale ad esprimere il proprio parere favorevole».

Le organizzazioni sindacali hanno sottolineato che «l’emergenza sanitaria in corso, avrebbe dovuto invece a nostro avviso, stimolare una discussione nel merito di quanto sta succedendo in alcune case di riposo e residenze sanitarie assistenziali calabresi investite dal contagio Covid 19; di quali azioni e provvedimenti la Giunta regionale e in particolare l’assessore al Welfare intendono mettere immediatamente in campo a salvaguardia di centinaia di anziani, disabili ed altri utenti – le fasce più vulnerabili e fragili della popolazione – ospitati in queste strutture. Una situazione molto pesante – scrivono i sindacati – non solo per gli ospiti, ma anche per chi opera in queste strutture, costretto ormai a lavorare in condizioni estreme, in termini di rischi, salute e sicurezza, orari e turnazioni. E’ a questa emergenza che deve essere data la precedenza assoluta, non ad altro! Per questo – concludono – chiediamo alla Presidente della Giunta regionale, Jole Santelli , e al neo assessore al Welfare , di non assumere nessuna determinazione in merito all’odg approvato a maggioranza dal Consiglio regionale , in attesa di un confronto con tutti gli altri soggetti previsti dalla legge 328/2000 e dalla LR nr. 23/2003».

Contro il provvedimento approvato in Consiglio si sono schierati anche, in una nota congiunta, i consiglieri regionali Pippo Callipo, capogruppo di “Io resto in Calabria”, e Nicola Irto, vicepresidente del Consiglio in quota Pd.

«Si è trattato di un vero e proprio blitz messo in atto dalla maggioranza di centrodestra – hanno spiegato Irto e Callipo – in un momento in cui le attenzioni di tutti, rappresentanti istituzionali e cittadini, sono giustamente concentrate sul contenimento dell’epidemia. Le preoccupazioni manifestate dal presidente della Consulta del Terzo Settore, Gianni Pensabene, e dal presidente della Consulta delle Autonomie Locali, Franco Mundo, sono pienamente condivisibili. Se davvero il centrodestra avesse voluto avviare una “profonda riflessione” sulla riforma del Welfare – aggiungono – com’è nelle legittime prerogative politiche di chi rappresenta la maggioranza, avrebbe potuto farlo senza questa palese forzatura, bensì seguendo una tempistica più opportuna e passando per la Commissione consiliare competente, organo deputato ad ospitare il confronto tra le forze politiche presenti in Consiglio regionale e i rappresentanti del Terzo settore. Il tentativo di minimizzare quanto accaduto, in risposta alle preoccupazioni espresse dai responsabili del Terzo settore, è un’evidente contraddizione – concludono Irto e Callipo – rispetto alle modalità con cui la maggioranza ha agito in Aula. Non è un bel segnale, specie in un momento come questo».

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