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Un progetto di Ponte sullo Stretto

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VILLA SAN GIOVANNI (REGGIO CALABRIA) – Ansia, paura, proteste, rabbia, ma anche determinazione, proposte, indicazioni, rassicurazioni, impegni, chiarimenti: è emerso questo e altro dalla prima assemblea pubblica sul Ponte sullo Stretto organizzata dall’amministrazione comunale ieri pomeriggio nell’aula magna della scuola primaria “Giovanni XXIII”; un evento molto partecipato, e non poteva essere altrimenti visto che in gioco ci sono la vita e i sacrifici di centinaia di persone vittime di espropri.

PONTE SULLO STRETTO, ESPROPRI E DOCUMENTAZIONE DISPONIBILE

La sindaca Giusy Caminiti ha aperto l’incontro con una serie di informazioni sulle modalità d’accesso alle carte sul Ponte attualmente disponibili, spegnendo subito le recenti polemiche delle opposizioni che l’hanno accusata di nascondere gli atti sull’opera: «Nessun mistero sulle password». Ha quindi fornito spiegazioni sul link ministeriale pubblicato sabato mattina sul sito del Comune: una lunghissima sequenza di file scaricabili da chiunque voglia saperne di più sulla relazione illustrativa al progetto definitivo e sul resto della documentazione, con la possibilità per tutti di presentare osservazioni. Ci sono pure notizie sulle attività di esproprio (ad esempio le tavole), ma non gli elenchi degli espropriandi, che saranno diffusi tra qualche giorno su quotidiani di caratura nazionale e regionale.

«Il Comune – ha chiarito Caminiti – non ha un elenco dei nomi degli espropriati, ma solo fogli, particelle e subalterno. Finché non verranno pubblicati gli avvisi non possiamo dare dei documenti con dati sensibili. I link ministeriali non sono gli stessi che il Comune ha ricevuto dalla Stretto di Messina».

IL “NO” AL PROGETTO

Parlando dei passaggi verso l’approvazione del progetto definitivo, e dopo essere stata provocata dal segretario del Pd locale Enzo Musolino (che ha proposto al Consiglio comunale una mozione per chiedere una moratoria sull’iter del Ponte), la sindaca ha anticipato una notizia non da poco riguardo alla presenza del Comune alla Conferenza dei servizi sul progetto: «Non c’è bisogno di nessuna moratoria, perché noi daremo parere negativo». E ancora: «Ho sempre detto – ha assicurato Caminiti – che qui non si mette una pietra se non c’è il superamento di tutte le prescrizioni e se non si arriva ad avere tutti gli studi che oggi non ci sono».

Intanto, però, l’approccio dell’amministrazione comunale sulla mega infrastruttura resta «istituzionale, nonostante i tanti dubbi». «Da istituzione riconosciamo – ha ribadito Caminiti – che è una decisione del governo centrale e cerchiamo di tutelare la città. Con l’ok al progetto definitivo (a giugno?) scatta la dichiarazione di pubblica utilità, cui seguiranno l’ok al progetto esecutivo e l’appalto. Realisticamente, i tempi già non sono stati rispettati. Ma sicuramente tutti abbiamo delle ansie per quello che potrà accadere nei prossimi mesi. Noi faremo un lavoro serio e giusto, meticoloso, perché siano tutelati i cittadini. Staremo accanto a ciascun espropriando, affrontando ogni singola posizione».

LA RABBIA DEGLI ESPROSPRIANDI

«Da casa mia non mi muoverò, nemmeno se dovessero arrivare con i bulldozer! Alla sindaca chiedo di non parlare di espropri, ma di opporsi ai cantieri perché lei ha dei forti presupposti per farlo e cioè le prescrizioni, che hanno un valore vincolante. In tutta questa incertezza, io ho la certezza che da casa mia non mi muovo!». Con queste parole una cittadina esproprianda ha sfidato Pietro Ciucci in vista della sua imminente visita a Villa San Giovanni, martedì mattina, avvisandolo che lei non rivedrà la sua vita a causa del Ponte sullo Stretto e degli espropri. Sulla stessa lunghezza d’onda i successivi interventi, tanto che è sembrato di assistere a un’assemblea del movimento “No Ponte”. Un fronte del “no”, presente pure col Pd, Wwf e Legambiente, che sta pensando di riorganizzarsi per rilanciare la battaglia contro l’opera tra le due sponde dello Stretto. «Non si dorme la notte per la paura, questa cosa per noi è troppo grande», ha detto un altro espropriando sollecitando una maggiore partecipazione popolare. Tanta preoccupazione anche dai non espropriandi, per le sorti di una cittadina che «si ritroverà completamente sotto il cantiere del Ponte».

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