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Roberto Occhiuto con il Piano rifiuti della Calabria

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IOIA TAURO – Ieri la manifestazione per dire “No al raddoppio del termovalorizzatore, martedì il primo confronto con i sindaci del territorio e con la Città metropolitana di Reggio Calabria. Noi abbiamo sentito il Presidente della Giunta Regionale Roberto Occhiuto non solo sul tema dei rifiuti ma anche su altre problematiche che riguardano Gioia Tauro.

Presidente Occhiuto, c’è una protesta in atto, soprattutto da parte dei sindaci della Piana, contro l’ampliamento del termovalorizzatore di Gioia Tauro. Come mai non si è optato per realizzare solo l’ammodernamento dell’impianto esistente, e magari per costruire un nuovo termovalorizzatore nell’area nord della Calabria?

«Fare una manifestazione di interesse per due piccoli impianti non produrrebbe alcun risultato, perché non ci sarebbero le condizioni economiche per renderne sostenibile la gestione. La termovalorizzazione è un’opzione raccomandata dall’Unione europea per una gestione sostenibile di tutte le frazioni di rifiuto che non possono essere recuperate. Ciò che faremo nei prossimi anni impatterà sul nostro territorio per i decenni a venire: servono scelte coraggiose, e non di comodo. A Roma, ad esempio, il sindaco Gualtieri, dirigente del Partito democratico, realizzerà presto un termovalorizzatore per i rifiuti della Capitale; qui in Calabria, invece, alcuni esponenti vicini alla sua area politica, in modo opportunistico, si oppongono a quella che è una decisione strategica per il futuro della Regione. Investire con decisione sul termovalorizzatore di Gioia Tauro significa ridurre l’inquinamento, aumentare la produzione di energia, e rendere la Calabria finalmente autosufficiente. Per di più il processo di ammodernamento delle due linee già esistenti non è più rinviabile, le ultime prescrizioni europee, datate 2019, ci obbligano ad avviare interventi entro la fine del 2022».

Non sarebbe auspicabile investire nella raccolta differenziata per tentare di risolvere il complesso problema dei rifiuti nella nostra Regione?

«Non è solo auspicabile, è imprescindibile e fondamentale, però i risultati presumibilmente non saranno immediati. Nel nuovo Piano regionale dei rifiuti la Regione ha previsto un investimento poderoso, come non si vedeva da anni, sulla raccolta differenziata, sugli impianti di trattamento e sull’economia circolare: noi ci crediamo davvero e consideriamo questa la strada maestra. Ma dobbiamo occuparci anche delle emergenze che soprattutto d’estate, fino a quando la differenziata non andrà a regime, si devono affrontare. Al momento i cittadini calabresi spendono in media 320 euro a tonnellata per spedire i rifiuti in Nord Europa, principalmente in Svezia. E nonostante questo ogni estate nelle nostre strade invece che turisti ospitiamo rifiuti. Nella manifestazione di interesse che abbiamo predisposto per l’ammodernamento e il potenziamento del termovalorizzatore di Gioia Tauro, non solo abbiamo previsto una riduzione delle emissioni di circa l’80% rispetto ai valori odierni, ma abbiamo esplicitato anche che ci sia l’obbligo, da parte della società che realizzerà i lavori, di occuparsi dello smaltimento dei rifiuti calabresi da subito, una volta vinta la gara. Con questa operazione si risolve strutturalmente il problema».

Soprattutto la provincia di Reggio Calabria, in alcuni mesi dell’anno, soffre per una permanente emergenza rifiuti. Come se lo spiega?

«Purtroppo, parlano i numeri. Ovviamente d’estate il nostro territorio è sottoposto, tra fuori sede che rientrano e turisti che arrivano, ad uno stress demografico molto importante. Sulla differenziata la provincia di Reggio Calabria – insieme a quella di Crotone – ha le percentuali di raccolta più basse d’Italia. Bisogna fare un grande investimento, economico e culturale, in questa direzione: e il mio governo regionale lo sta facendo. Ma non sarebbe serio dire ai reggini o ai calabresi che un aumento pur consistente della raccolta differenziata, sufficiente a rendere superabili altre forme di smaltimento, si possa realizzare in pochi anni».

Avete fatto fare qualche studio sull’impatto ambientale del termovalorizzatore di Gioia Tauro?

«Sì, abbiamo analizzato con attenzione quello che accadrà con l’ammodernamento e con l’ampliamento – da due a quattro – delle linee del termovalorizzatore di Gioia Tauro. E sa cosa è emerso da questi studi? Che tutti i valori che normalmente vengono monitorati in un impianto di questo tipo miglioreranno, tra il 63 e l’88%. Ciò vuol dire che avremo una netta ottimizzazione delle performance ambientali e delle emissioni in atmosfera rispetto alle due linee oggi esistenti. E con le quattro linee a regime azzereremo il ricorso alla discarica, ne gioverà tutto il nostro territorio. Per di più, evidenza non secondaria anche in relazione al complesso momento geopolitico che stiamo vivendo, aumenteremo del 138% la produzione energia».

In questi primi mesi del suo governo regionale tutto sembra intrecciarsi con Gioia Tauro.

«Gioia Tauro può essere il motore della Calabria. Gran parte delle mie attenzioni, sullo sviluppo e sui progetti strategici per la nostra Regione, è focalizzata in quest’area, proprio perché sono convinto che ci siano potenzialità enormi ed energie da liberare. Ho portato il porto di Gioia Tauro e la Zes insistente su quell’area all’attenzione del mondo e degli investitori internazionali all’Expo di Dubai. E insieme alla mia squadra stiamo avendo interlocuzioni stabili con Msc, che è il principale terminalista che vi ci lavora, per individuare ulteriori possibilità di sviluppo del porto, che anche per effetto della guerra in Ucraina diverrà un hub ancora più strategico. Nei prossimi anni avremo una profonda trasformazione nella logistica delle merci: Gioia Tauro sarà sempre più centrale nel Mediterraneo, e le rotte che passano dal Mediterraneo saranno sempre più importanti per l’Europa e per l’Italia. In più mi sto impegnando, in accordo con il ministro Giovannini e in linea con la strategia energetica individuata dal governo Draghi, per realizzare il rigassificatore, con la conseguente possibilità di costituire, nella zona del retroporto, un grande distretto dell’agroindustria e del freddo: potremmo avere la capacità di surgelare i prodotti alimentari per mezza Europa. Infine, nel Piano operativo sulla sanità regionale è previsto un investimento davvero consistente per l’ospedale di Gioia Tauro, che merita di essere un presidio di alto livello al servizio di una zona della Calabria che può essere tra le più ricche e che può rappresentare la chiave di sviluppo per l’intera Regione».

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