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Ventidue tra bartender e barlady, otto batterie di cocktail ed una regione che si esprime attraverso l’arte della miscelazione. La Calabria si consacra pienamemente terra di amari e lo fa con una competizione che ha tenuto tutti sulla corda finché non è stato eletto il migliore drink a base di amari calabresi.

Questo è stato la prima edizione dell’evento “Amara Calabria” che si è tenuto qualche sera fa a Reggio Calabria al Piro Piro- lido tra i più belli del Sud Italia- sul lungomare Falcomatà. Prima che siano gli altri, fuori dai confini regionali, ad accorgersene e comunicarlo, si è deciso di focalizzare questa tendenza produttiva, quella degli amari in Calabria, organizzando un contest che rendesse giustizia ad una tradizione che affonda le sue radici nei secoli scorsi e che negli ultimi anni sta rivivendo una sorta di nuova giovinezza. Sapori in grado di stupire, grazie all’infinita tipologia di erbe officinali, agrumi unici, spezie, semi e radici, appunto, che permettono di comporre ricette fantastiche e mai banali.

Nella splendida location del Piro Piro, dunque, si è svolta una competizione che ha regalato un vero e proprio spettacolo. I cocktail sapientemente miscelati sono stati degustati e analizzati da una giuria d’eccezione composta da Angelo Canessa, Brand ambassador Velier e grande esperto di rum e distillati tropicali, Riccardo Sculli, Chef stellato del ristorante Gambero Rosso di Marina di Gioiosa Ionica (RC), Chiara Barbieri, Responsabile marketing e comunicazione Velier, Alfredo Del Bene, Giornalista di Foodclub.it ed esperto di miscelazione, Andrea Calvarano, Responsabile attività formative Aibes Calabria.

La prima parte della challenge ha decretato i tre finalisti che si sono poi cimentati nella sfida finale preparando il cocktail della vittoria con degli ingredienti sconosciuti contenuti in una sorta di “mistery box”. Ad alzare la targa di merito è stato Valerio Cutellè con il drink denominato “Trigulu”, costruito con rum Sailor Jerry, Amaro del Capo, una banana in osmosi col pimento e Gassosa al caffè. “Con questo cocktail voglio trasmettere a chi lo degusta il sogno del calabrian tiki” dice il vincitore dopo essersi aggiudicato una visita presso la sede di Velier a Genova, viaggio compreso. Il cocktail finale è stato invece una personale rivisitazione del daiquiri che ha creato miscelando un Clairin Communal con uno Chartreuse verde, un Amaro Amara e un mix di agrumi. Sul podio anche Dario Barranca e Stefano Cosentino rispettivamente al secondo e al terzo posto. Coinvolti e protagonisti, giornalisti di settore ed esperti che si sono alternati tra i divanetti del Piro Piro. Domenico Bellantonio, insieme a Laura Saraceno – coordinati dai giornalisti Giovanna Pizzi e Francesco Mannarino, con i quali è stata costruita l’idea dell’evento– e tutto lo staff del Piro Piro, sono stati ottimi padroni di casa, mentre ha presentato la kermesse il bravo Marco Mauro.

Di seguito l’elenco dei bartender partecipanti e tra parentesi l’amaro calabrese utilizzato per il loro drink:

  • Antonio Mazza (Amaro Cardus)
  • Cristina Familiari (Amaro Foraffascinu)
  • Stefano Costantino (Amaro Calabrese Monteleone)
  • Alessandro Oliva (Amaro Mzero)
  • Francesco Paone (Amaro Imperium)
  • Katia Nappa (Jefferson Amaro Importante)
  • Isabella Villegas Truiljo (Amaro Calabrese Monteleone)
  • Anatoliy Kolesnichenko (Amaro Numerouno)
  • Dario Barranca (Amaro Milone)
  • Giuseppe Laganá (Amaro del Borgo)
  • Gerlando Settimo (Ferocchina del Moro)
  • Martina Vazzana (Amaro Cuncappa QNK)
  • Martina Ielo (Kordax Amaro Reggino)
  • Andrea Baccilieri (Amaro Silano)
  • Vasile Vidrasco (Jefferson Amaro Importante)
  • Paola Zaminga (Amaro del Borgo)
  • Souleyman Conde (Amaro Silano)
  • Valerio Cutellè (Amaro Del capo)
  • William Mazzitteli (Amaro Eroico)
  • Italo Chiappetta (Amaro Foraffascinu)
  • Vincent Ianno (Amaro Silano)
  • Carmelo Martino (Amaro Lucji)

Presente alla manifestazione lo chef stellato Nino Rossi, barman lui stesso e patron del cocktail bar Aspro, che ha introdotto in Calabria l’arte della miscelazione in abbinamento ai grandi piatti dei ristoranti d’autore. Un nutrito parterre di spettatori festanti- titolari e rappresentanti delle aziende produttrici di amari, gestori dei locali in cui i mixologist lavorano, bartender in erba e ospiti selezionati con il contest social “E tu che amaro calabrese bevi?”- ha reso l’evento ancora più entusiasmante. Un vero e proprio fenomeno quello della produzione degli amari in Calabria che ha visto negli ultimi anni nascere decine di aziende, piccole, medie o grandi che siano, che hanno affiancato quelle storiche che raccolgono l’eredità delle produzioni del Regno Borbonico o le ricette delle abbazie dei monaci o quelle delle antiche farmacie.

Il segreto di questo virtuosismo produttivo è che ognuna di queste bottiglie racconta il proprio territorio lasciando esprimere ogni angolo di Calabria, una regione ricca, particellata ed estremamente eterogenea che incuriosisce ad ogni sorso. Oltre a tutto ciò, intenzione degli organizzatori è stata quella di avvalorare una nuova tendenza che, come sempre avviene, arriva da “Oltreoceano”, quella dell’amaro sorseggiato non solo a fine pasto e così com’è ma anche e soprattutto in drink innovativi e di tendenza che segnano una nuova frontiera del gusto. E quale migliore regione, se non la Calabria terra di amari, può definire questo nuovo modo di bere?

Calabria che si è dimostrata, in questa occasione, non solo terra di eccellenze ma anche, e mai come in questo caso, anticipatrice di un trend che, siamo certi, risalirà tutta l’Italia.

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