X
<
>

Antonio De Pace e Lorena Quaranta

Condividi:
2 minuti per la lettura

DASÀ (VIBO VALENTIA) – Sono stati depositati ufficialmente nelle scorse ore i risultati dell’autopsia effettuata dal medico legale Daniela Sapienza sul corpo di Lorena Quaranta, la giovane laureanda in Medicina uccisa lo scorso 31 marzo dal fidanzato Antonio De Pace con il quale conviveva da qualche anno a Furci Siculo nel messinese (LEGGI LA NOTIZIA). Come si ricorderà, l’omicidio, secondo una prima ricostruzione, sarebbe scaturito a seguito di una forte lite tra i due fidanzati iniziata la sera prima del delitto e andata avanti per tutta la notte fino a quando, nelle prime ore dell’alba, Antonio ha stretto le mani al collo di Lorena fino a soffocarla.

Rendendosi forse conto del gesto che aveva compiuto ha subito dopo tentato invano il suicidio provocandosi, con un lungo coltello, delle ferite ai polsi e alla gola prima di chiamare il 112 per riferire cosa aveva commesso. A distanza di cinque mesi non si conoscono ancora i motivi che stanno alla base del femminicidio e che hanno spinto il giovane infermiere di Dasà, conosciuto in paese come una persona tranquilla e perbene, a compiere l’insano gesto scagliandosi in modo così violento contro la ragazza.

L’esame autoptico, eseguito lo scorso 20 luglio, ha senz’altro chiarito alcuni punti importanti ma le indagini, secondo quanto appreso, proseguono con l’esame dei tabulati telefonici appartenenti ai due ragazzi. Il verdetto sottoscritto dal medico legale Daniela Sapienza conferma prima di tutto che Lorena Quaranta è morta per asfissia acuta da soffocazione diretta, nello specifico De Pace ha stretto le mani sul viso e sul collo della vittima fino al sopraggiungere della morte. Morte che secondo quanto emerge dall’autopsia sarebbe sopraggiunta in tempi rapidissimi, ancor più brevi dei 3-4 minuti che in genere sopraggiunge nelle varie casistiche dell’asfissia.

Nessuna traccia invece della coltellata che lo stesso De Pace aveva dichiarato ai carabinieri di Santa Teresa di Riva dove era stato interrogato, subito dopo l’omicidio, dagli inquirenti a seguito dell’inchiesta aperta dalla Procura di Messina. Dall’autopsia è stata invece riscontrata una lesione alla fronte probabilmente provocata dalla lampada che, la mattina dell’omicidio, è stata ritrovata nelle vicinanze del corpo di Lorena anche se non appare chiaro se sarebbe stato Antonio a colpire la fidanzata con l’oggetto contundente o durante la colluttazione la giovane sarebbe caduta con il volto sulla stessa lampada provocandosi le ferite riportate sul volto.

Infine c’è da dire che dall’esame TC del torace, istologico polmonare confermano che la vittima fosse affetta da un’infiammazione delle vie aeree. Ciò, ma non può essere una giustificazione, si collega allo stato ansioso che durante il lockdown tormentava il giovane infermiere e cioè che lo stesso sarebbe stato contagiato dal Coronavirus e che proprio Lorena glielo avrebbe trasmesso. Ipotesi smentita qualche giorno dopo l’omicidio dai tamponi effettuati su entrambi. C’è da dire infine che De Pace resta rinchiuso nel carcere di Gazzi e, secondo quanto appreso, vorrebbe riprendere gli studi del corso in Odontoiatria.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE