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NARDODIPACE (VV) – E’ tornato in libertà il sindaco di Nardodipace, Romano Loielo, di 43 anni, posti agli arresti domiciliari il 3 febbraio scorso nell’ambito dell’operazione “Uniti per la truffa” condotta da carabinieri e guardia di finanza. Il Tribunale del riesame ha accolto l’istanza di rimessione in libertà che era stata presentata dal difensore di Loielo, l’avvocato Giancarlo Pittelli.

A Loielo, appuntato della Guardia di finanza in aspettativa da tempo, viene contestata, in concorso con altre persone, una truffa ai danni dell’Unione europea, dello Stato e della Regione Calabria. Secondo l’accusa, gli indagati si sarebbero appropriati di fondi pubblici finalizzati all’organizzazione di corsi di formazione per la creazione di posti di lavoro.

LEGGI L’INCHIESTA CHE COINVOLGE LOIELO

Nei giorni scorsi il primo cittadino di Nardodipace, Comune per il quale il prefetto di Vibo Valentia ha disposto l’accesso antimafia (LEGGI), aveva spiegato la sua posizione davanti al Gip di Vibo Valentia. Oltre che per Loielo, gli arresti domiciliari erano stati disposti anche per Romolo Tassone, al quale sono stati successivamente revocati, ex vicesindaco e figlio del presunto boss di Nardodipace, Bruno, attualmente detenuto dopo il suo arresto nell’ambito dell’operazione “Crimine” condotta nell’estate del 2010; per Fabio Rullo e per Mario Carrera, che si era costituito il giorno successivo all’operazione perché si trovava in Svizzera. Per altre 12 persone, inoltre, era stato disposto l’obbligo di firma davanti la polizia giudiziaria.

 

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