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Oliverio Toscani

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VIBO VALENTIA – “Sei un potenziale mafioso, quindi niente foto”. Vittorio Sibiriu, giovane studente vibonese del quinto anno del liceo scientifico “Giuseppe Berto” quasi non credeva alle sue orecchie. Quelle parole lo hanno ferito quasi più di una lama. E a pronunciarle sarebbe stato proprio l’ospite d’onore ad una delle manifestazioni artisticamente più interessanti degli ultimi anni: il noto fotografo Oliviero Toscani.

Un siparietto andato in scena davanti a decine di persone alla mostra “Razza Umana” inaugurata ieri sera e in corso di svolgimento presso la sede della Camera di commercio. Un evento culturale che ha attratto l’interesse non solo di studiosi ma anche di tanti giovani appassionati alla cultura in ogni sua forma e sfumatura. E tra questi ultimi c’era anche Vittorio che che aveva chiesto di poter scattare una foto con l’artista ricevendo un secco “no” con quella motivazione. “Volevo avere il piacere di fare una foto insieme in modo da poter conservare uno scatto con il celebre “maestro del clic” e invece la sua risposta è stata deludente: “No”, secco e deciso seguito da affermazioni sul mio presunto status sociale. Ha giustificato il no additandomi come un potenziale “mafioso” affermando che sarei benissimo potuto esserlo poiché, a suo dire, “anche Matteo Messina Denaro non ha la faccia da mafioso eppure lo è”. Io deluso e più che altro offeso e amareggiato dal tenore delle sue affermazioni mi sono allontanato per tornare a casa. Vorrei ricordare al Signor Toscani che la principale qualità di un artista dovrebbe essere l’umiltà cosa che a quanto pare non rientra tra i termini del suo vocabolario. E, per concludere, vorrei dire che l’unica cosa che il suo atteggiamento provoca in me è sdegno».

Il papà del ragazzo era un elicotterista dei carabinieri morto alcuni anni fa per un tumore. la madre è sostituito commissario alla questura, responsabile dell’ufficio misure di prevenzione. Il ragazzo, nel marzo del 2014 aveva ricevuto un importante premio. «Abbattere quello che può sembrare un muro impenetrabile è possibile solo studiando i singoli mattoni che lo compongono, per colpirne i più fragili e riuscire far crollare l’intera struttura. Così procede la ricerca, per abbattere il muro cancro che incombe sulla vita». Con questo testo Vittorio Sibiriu si era è aggiudicato il concorso indetto dall’Airc (Associazione italiana per la ricerca sul cancro) “Una metafora per la ricerca”. Sibiriu è stato tra i cento studenti delle scuole secondarie italiane ad aver risposto all’invito dell’Airc di dare «spazio alla propria creatività per raccontare in modo originale la propria idea di ricerca sul cancro». Il concorso “Una metafora per la ricerca” si inserisce nel più ampio progetto “Airc nelle scuole”, promosso da Airc in collaborazione con il Miur, rivolto a docenti e studenti delle scuole di ogni ordine e grado, con l’obiettivo di avvicinare i giovani alla cultura della salute, alla scienza e al mondo della ricerca sul cancro.

IL GARANTE PER L’INFANZIA. “Chissà se Oliviero Toscani, assumendo incarichi professionali in Calabria, nel momento in cui ha percepito gli emolumenti si sia mai preoccupato di sapere se quelli fossero soldi mafiosi”: è quanto dichiara il sociologo Antonio Marziale, Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, nell’apprendere che il fotografo avrebbe negato un selfie ad uno studente liceale vibonese, adducendo la motivazione che quest’ultimo potrebbe essere mafioso. “Se quanto dichiarato dal ragazzo corrisponde alla verità – incalza Marziale – il signor Toscani dovrebbe solo vergognarsi e riservare le sue notorie, noiose e inefficaci ironie ai pochi intimi che lo apprezzano. La mafia è una cancrena che non può e non deve divenire motivo di battute rivolte proprio ad un esponente di una generazione che paga il prezzo degli effetti devastanti della ‘ndrangheta sul territorio. Ai giovani si deve rispetto e si deve rispondere con esempi quotidiani e ordinari di vite esemplari, rispettose delle regole del viver civile e della dignità delle persone”. “Non chiedo al fotografo di scusarsi – conclude Marziale – ma allo studente insultato di non prenderlo in considerazione, perché senza provocazioni di lui non si parlerebbe affatto”.

LA REPLICA. Dopo poche ore la versione dei fatti di Nicolas Ballario, dell’associazione Arthemisia organizzatrice dell’evento: «Non voglio appesantire con commenti inutili una situazione venutasi a creare a causa di una lettera di un ragazzo che avrebbe scritto a tutti i giornali di essersi sentito dare del “mafioso” da Toscani, ma giusto per amor di cronaca tengo a puntualizzare che non è andata affatto così. Io ero presente – dice Ballario – e chiunque lo fosse so che è pronto a confermare che quella di Toscani era una battuta, rivolta prima di tutto a se stesso: “Sei sicuro di voler fare una foto con me? Potrei essere un mafioso. Io non faccio mai foto con chi non conosco, non vorrei trovarmi nella situazione di quelli che si devono giustificare di aver fatto fotografie con gente poco raccomandabile”. Ripeto, non voglio dare troppo corda a questa polemica che tenta di rovinare una bella giornata e una bella azione culturale, ma chiunque veda in quelle parole un insulto alla Calabria o a un ragazzo (tutt’altro che indignato come scrive, dato che si è fermato con noi per un bel po’ a ridere e scherzare) ha qualche problema». 

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