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La conferenza stampa degli inquirenti

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VIBO VALENTIA – “È stata un’inchiesta a rischio perché all’inizio c’è stato un tentativo di inquinare le prove. Tuttavia, quando il tessuto sociale è un po’ meno chiuso le indagini raggiungono risultati anche in tempi celere”. Lo ha riferito il procuratore capo di Vibo, facente funzioni, Michele Sirgiovanni, nel corso della conferenza stampa dell’arresto di Giuseppe Zangari per l’omicidio di Bruno Lacaria (LEGGI IL CASO E L’ARRESTO).

Il magistrato si è congratulato con “la collega Filomena Aliberti e gli uomini dell’Arma che in questa vicenda particolarmente delicata hanno saputo agire con estrema professionalità. Zangari, con la sua confessione, non ha fatto altro che confermare le intuizioni investigative”. Il colonnello Gianfilippo Margo ha rilevato che già dalla scomparsa di Lacaria era emersa subito la gravità e la complessità del caso: “Siamo intervenuti nell’immediato con il massimo delle forze disponibili e competenze professionali non solo del vibonese ma anche di altre province. Appena abbiamo inquadrato i particolari della vicenda abbiamo lavorato su due direttrici: cercare lo scomparso e avviare accertamenti alla ricerca di tracce, con la Compagnia di Serra San Bruno che ha avviato sforzo investigativo notevole contando sull’impiego del Ris. La pressione da parte dell’Arma ha quindi favorito il risultato odierno”.

Il Pm Aliberti: “Abbiamo avviato riscontri già al primo racconto di Zangari in quanto c’erano molti punti che non collimavano, che apparivano fumosi. Poi, ieri pomeriggio, l’uomo si è presentato spontaneamente alla Stazione di Serra, assistito dal suo legale, e ci ha condotti sul luogo del rinvenimento del cadavere. Alla fine la confessione che riscontra riscontra l’attività investigativa fin lì condotta”.

Secondo il racconto offerto da Zangari, fu Lacaria, la mattina dell’8 febbraio a chiedere all’amico di portalo in località “Lacina”, una zona molto isolata. Ci fu in diverbio che degenerò nell’omicidio a colpi di bastone fino adesso non rinvenuto. E sul movente ci sono varie ipotesi che gli inquirenti stanno seguendo, compresa anche quella di natura economica.

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