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Maria Rosaria Turcaloro

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VIBO VALENTIA – Sono ore di grandissima apprensione nella famiglia Turcaloro per il grave incidente avvenuto martedì scorso ai danni di Maria Rosaria Turcaloro, avvocato del Foro di Vibo, residente a Soriano, ricoverata all’ospedale di Catanzaro in prognosi riservata.

La professionista, intorno alle ore 12, era arrivata, a bordo della sua auto, alle porte del paese dopo aver trascorso la mattinata in Tribunale, quando per cause in corso di accertamento la vettura è andata a sbattere contro un muro di cemento armato.

L’impatto è stato abbastanza violento ma la donna non avrebbe tuttavia perso conoscenza tanto da avvisare i carabinieri della Stazione agli ordini del maresciallo Barbaro Sciacca. È stato però necessario scardinare la portiera per consentire all’avvocato di uscire dall’abitacolo dell’auto la cui pparte anteriore sinistra era visibilmente distrutta.

La Turcaloro è stata quindi trasportata con un’ambulanza al pronto soccorso dove pochi minuti dopo, appena uscita dalla sala raggi, ha accusato un malore che ha indotto i sanitari ad effettuare ulteriori accertamenti scoprendo la presenza di un ematoma cerebrale. A questo punto è stato deciso l’immediato trasferimento della penalista all’ospedale di Catanzaro dove il giorno stesso è stata sottoposta ad intervento chirurgico per la riduzione della massa di sangue alla testa.

Le condizioni sono critiche. Molti colleghi, venuti a conoscenza dell’incidente si sono messi in contatto con i familiari della donna, particolarmente apprezzata per la sua attività professionale, che si trovano al suo capezzale. Maria Rosaria Turcaloro, 45 anni, è il legale della famiglia di Filippo Ceravolo, il giovane di 19 anni di Soriano ucciso nel 2012 per errore nel corso della nuova faida delle Preserre Vibonesi. Il caso del suo omicidio è stato attualmente archiviato dalla Dda di Catanzaro.

È stata la stessa penalista a perorare la causa di riconoscimento del ragazzo come vittima di mafia, più volte invocata dai genitori, in particolare dal padre Martino, attestato pervenuto lo scorso anno da parte del ministero dell’Interno. In precedenza era stata anche il legale i fiducia dell’ex sindaco di Gerocarne, Michele Altamura, imputato nel processo “Luce nei boschi” – nipote del presunto boss di Ariola – che era riuscito a fare assolvere dall’accusa di associazione mafiosa e nei cui confronti poi la Distrettuale antimafia non propose appello facendo diventare il verdetto definitivo.

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