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VIBO VALENTIA – Si sgonfia il processo bis per la tragica alluvione del 3 luglio del 2006 (LEGGI IL RICORDO DELL’ALLUVIONE DI VIBO VALENTIA 2006) che causò tre morti e danni per oltre 100 milioni di euro con la messa in ginocchio di un intero tessuto economico. Nell’udienza di oggi il Tribunale collegiale presieduto dal giudice Vincenza Papagno ha chiesto alle difese dei 15 imputati se rinunciassero alla prescrizione dei reati relativi all’omicidio colposo plurimo ed a quelli di carattere amministrativo (omissione).

LEGGI LA NOTIZIA SUL RISCHIO PRESCRIZIONE SCATTATO LO SCORSO ANNO

Richiesta non accolta dal Collegio difensivo e quindi per quei capi di imputazione non sarà più possibile procedere in sede penale. Resta in piedi soltanto la contestazione di disastro colposo ma anche questa si sta rapidamente avviando verso un’analoga sorte. Un processo, questo dell’alluvione, nato sotto una cattiva stella. Intanto i fatti contestati risalivano a 10 anni fa ma questo perché già in precedenza un’inchiesta della Procura ordinaria allora guidata dal magistrato Alfredo Laudonio, era crollata già in fase di udienza preliminare con oltre 10 proscioglimenti.

Con l’arrivo di Mario Spagnuolo alla guida dell’Ufficio requirente si avviò nel 2010 una seconda indagine che portò a giudizio 15 persone tra politici, amministratori, tecnici, dirigenti di enti regionali e un intero nucleo familiare. Ma fin dalle prime battute il dibattimento è andato incontro ad una serie di intoppi che hanno dilatato i tempi. Tra rinnovazioni di di Collegio giudicante con l’inizio per ben tre volte daccapo, cd spariti, testi assenti, la prescrizione è stata inevitabile. Ed oggi, infatti, è arrivata. La prossima udienza è fissata al 6 dicembre ma solo per il capo d’imputazione del disastro colposo.

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