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La vittima Francesco Prestia Lamberti

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VIBO VALENTIA – La Procura dei Minori di Catanzaro, nella persona del pm Michele Sessa, ha chiesto al gup Emanuela Folino la condanna a 16 anni di reclusione a carico del 16enne Alex Pititto, accusato dell’omicidio, aggravato dalla premeditazione, di Francesco Prestia Lamberti, avvenuto il 29 maggio dello scorso anno a colpi di pistola a Mileto (LEGGI LA NOTIZIA). Allo stesso sono conteste i reati di detenzione illegale e porto in luogo pubblico di una pistola, percosse, violenza privata, minaccia e lesioni personali aggravate ai danni di altri tre minorenni e del 19enne di Paravati Domenico Evolo.

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DI FRANCESCO PRESTIA LAMBERTI

Il giovane, assistito dagli avvocati Giuseppe Monteleone e Gianfranco Giunta, sta sostenendo il rito abbreviato che ha visto i familiari del 16enne ucciso costituirsi parte civile affidandosi all’operato dell’avvocato Giovanni Vecchio. Nelle scorse settimane, era stata depositata la perizia disposta dal pm (LEGGI LA NOTIZIA DEL CONFERIMENTO DELL’INCARICO), sullo stato mentale dell’unico imputato sulla capacità di intendere e di volere dello stesso al momento del delitto e durante le fasi antecedenti.

(LEGGI LA NOTIZIA SULL’APPELLO DELLA FAMIGLIA
A COLLABORARE CON LE FORZE DELL’ORDINE
)

La consulenza aveva stabilito che si era «di fronte ad un reato tanto grave e ripugnante che per ipotizzare la presenza di un’incapacità connessa a tale fatto, avremmo dovuto riscontrare una condizione di immaturità elevatissima, circostanza assolutamente inesistente nel nostro caso specifico». Allo stesso tempo era stata rilevata la presenza di «sufficienti elementi per affermare che il 15enne Alex Pititto non presenta elementi di psicopatologia e condizioni cliniche né aspetti dismaturativi che possano ridurre la sua capacità di intendere e di volere».

Dopo aver esploso alcuni colpi di pistola al capo ed al corpo il 16enne Francesco Prestia Lamberti, Pititto, per assicurarsi l’impunità, avrebbe minacciato di morte il 19enne Domenico Evolo, al quale – secondo la ricostruzione degli investigatori – avrebbe intimato di non dire nulla su quanto da lui commesso in danno di Prestia Lamberti.

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A tal fine, gli avrebbe puntato la pistola contro il fianco destro. Due giorni prima dell’omicidio, l’imputato avrebbe infine minacciato di morte un altro ragazzo minorenne al fine di venire a conoscenza se fra Francesco e la ragazzina contesa vi fosse una relazione sentimentale, intimando poi allo stesso minorenne minacciato di non riferire nulla dell’incontro mortale con la vittima.

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