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Giuseppe Scopelliti, ex presidente della Regione Calabria

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LAMEZIA TERME (CATANZARO) – Siamo tra il 2008 e il 2009. Andrea Mantella, pur recluso nella detenzione dorata della clinica privata “Villa Verde”, si sarebbe adoperato comunque per cercare di reperire voti a favore di Peppe Scopelliti (non indagato e neanche imputato in “Rinascita Scott”), al tempo candidato alla Regione Calabria.

La circostanza è stata raccontata stamani dallo stesso collaboratore di giustizia al processo “Rinascita-Scott” che si sta celebrando presso l’aula bunker della fondazione Terina, a Lamezia Terme.

“Michele Palumbo (presunto referente del boss Pantaleone Mancuso, alias “Scarpuni”), quando mi incontrò al Cincin bar di Vibo Valentia, mi propose, di raccogliere un po’ di voti per Peppe Scopelliti, che era candidato alle Regione, perché la ’ndrangheta aveva fatto fronte comune per farlo eleggere. E io mi resi disponibile attraverso dei voti pagati. Dovevo valutare bene a chi rivolgermi come rappresentante della famiglia Pardea che, in quanto numerosa, aveva delle amicizie, anche perché aveva lavorato per tanti anni nell’ospedale di Vibo. Pertanto ritenni di puntare su Domenico Camillò (cl. ’41) detto Mangano”.

“E chi meglio di Domenico Camillò poteva garantirmi questo? – ha raccontato Mantella – quindi gli ho detto: “Zio Mimmo, se potete vedere voi. Vi do 50 euro a voto” e così abbiamo fatto siglato questo accordo. A lui andarono 10-15.000 euro e io me ne lavai le mani, trattenendomi, però, l’altra metà della somma”.

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