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Emanuele Mancuso

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L’inchiesta “Anteo” (SCOPRI TUTTI I CONTENUTI SULL’OPERAZIONE) ha inoltre consentito di stabilire come il sodalizio si sarebbe avvalso di plurimi e diversificati canali di approvvigionamento: Domenico Giorgio, Gianluca Minnella, Daniele Cortese e il collaboratore di giustizia Emanuele Mancuso, le cui rivelazioni si sono dimostrate particolarmente preziose per gli investigatori della Dda di Catanzaro e i carabinieri.

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In buona sostanza, questi personaggi, risulterebbero fornitori stabili e anche su questo sono state fondamentali le dichiarazioni dell’ex rampollo del casato mafioso di Limbadi secondo le quali l’operatività dell’associazione inizia a far data dal 2017 e sui ruoli ricoperti dai Fabiano e dai di loro collaboratori per come apprese da circostanze e per percezione dirette.

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Il collaboratore ha affermato che i due fratelli e i presunti sodali gestivano in egual modo i traffici, sebbene lui avesse contatti diretti con Damiano e che, in un certo senso, risultava essere subordinato a Giuseppe, il quale mostrava maggiore padronanza nella gestione dei rapporti (“appariva più addentrato Giuseppe, secondo me”).

Quest’ultimo era infatti era il soggetto con il quale Emanuele Manucso aveva maggiormente interloquito per risolvere la questione di un debito insoluto.

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Le dichiarazioni del pentito sono ritenute “tanto precise da descrivere, plasticamente, le modalità di svolgimento degli incontri con i Fabiano: in particolare, durante gli incontri, Damiano divideva lo stupefacente e lo assegnava all’uno o all’altro dei fedelissimi (intendendo Domenico Giorgio e Salvatore Macrì) che provavano la sostanza ed esprimevano un parere sulla sua bontà. Tale operazione preliminare – scrivono i magistrati – era necessaria al fine di verificare la qualità dello stupefacente, oggetto della compravendita”.

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Sempre Mancuso ha, altresì, riferito di essersi rapportato esclusivamente con fratelli Fabiano, in guanto esponenti del gruppo di riferimento, esplicitando che i sodali dovevano attenersi agli ordini e alle direttive degli stessi (“io non avevo il debito con gli altri soda e questo dimostra il fatto che viceversa si rapportavano con i Fabiano e rispondevano ai Fabiano”).

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