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Mimmo La Gamba

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VIBO VALENTIA – «Dal Comune mi hanno solo preso in giro. Non è giusto trattare così la gente, tanto meno un disabile come me». Sono pacate ma durissime nella sostanza le parole di Mimmo La Gamba, un pensionato di Triparni costretto da anni su una sedia a rotelle, che mostra al cronista lo stato davvero pietoso della strada che passa nei pressi della sua abitazione, in località Carpenzano.

Aspetta da ben sette mesi che il sindaco Maria Limardo e l’assessore ai lavori pubblici Giovanni Russo concretizzino un impegno assunto pubblicamente ad agosto scorso. Di cosa si tratti è presto detto: l’interessato a suo tempo lamentò, con tanto di foto, che la via comunale Mulino, che passa davanti casa sua, era praticamente impercorribile, soprattutto per lui che ogni tanto, con la sua carrozzella a motore, si recava nel vicino centro abitato per alleviare un po’ la solitudine.

«Sono praticamente carcerato in casa», commentò con amara ironia, chiedendo al sindaco Limardo un intervento sollecito. Ebbene, dopo ben otto mesi la situazione non è cambiata, «anzi è peggiorata, visto che proprio qui davanti, da circa un mese si è formata un’altra buca piena d’acqua che giunge da una copiosa perdita delle rete. Eppure a suo tempo dal Comune mi avevano promesso che sarebbero intervenuti subito». Ora il disabile, la cui fiducia nelle istituzioni non è del tutto venuta meno, reitera la richiesta al sindaco e all’assessore Russo, aggiungendo però questa volta, come vedremo, un pubblico appello al prefetto Zito.

La spinosa vicenda del disabile “recluso in casa” per responsabilità oggettiva del Comune era stata raccontata dal Quotidiano del Sud ai primi dello scorso agosto e aveva destato subito l’attenzione del sindaco Limardo che, il giorno dopo, dichiarò perentoriamente al Quotidiano (citiamo testualmente da quell’articolo): «Potremmo inviare subito un operaio a colmare le buche maggiori con qualche sacchetto di bitume a freddo ma non sarebbe una soluzione, perché la prima pioggia se lo porterebbe di nuovo via. Pensiamo invece ad un intervento meno precario, che però il Comune non è in grado di effettuare da sé, non avendo mezzi ed operai».

La soluzione dunque, proseguiva il capo dell’amministrazione di palazzo Luigi Razza, è quella di guardare all’esterno, rivolgendosi ad una ditta «ma per fare questo siamo tenuti a fare una gara, magari riducendo i tempi al minimo consentito. La ditta provvederà a colmare le buche più grandi e pericolose con un asfalto in grado di resistere alle inclemenze del tempo. Il disabile in questione può dunque stare tranquillo, presto potrà transitare con la sua carrozzella a motore. È un impegno che assumiamo in maniera formale – concluse il sindaco – e lo concretizzeremo quanto prima».

Parole che valsero alla prima cittadina il pubblico ringraziamento di La Gamba, che alla luce di quanto non è successo acquista oggi un sapore amaro. «L’impegno della Limardo – concludeva prudentemente il cronista – è certamente un fatto positivo, ma per un giudizio più completo occorrerà vedere se (e quando…) dalle parole si passerà davvero ai fatti. Vedremo e ne daremo conto».

Un impegno, questo, nei confronti del disabile e dell’opinione pubblica che ora assolviamo: «La strada è peggio di prima – rileva La Gamba, con rammarico e rabbia – quell’intervento promesso è rimasto solo sulla carta. Le piogge di quest’inverno hanno scavato buche ancora più profonde e, da ultimo, l’abbondante perdita idrica ha finito per allagare i nostri cortili».

A rincarare la dose arriva un suo vicino di casa, Francesco Scalise: «È una vergogna, non si può trattare così la gente, a maggior ragione un disabile. Il Comune avrà indubbiamente tanti altri problemi ma non si può promettere senza poi mantenere. Ma d’altronde conclude con amaro sarcasmo – con noi di Triparni questa amministrazione ci è abituata, ha fatto così anche per la piazza franata».

La Gamba, comunque, si rivolge nuovamente al sindaco e all’assessore Giovanni Russo, invitandoli a recarsi a constatare di persona. Ma rivolge anche un pubblico appello al prefetto Francesco Zito: «Lei è il rappresentante dello Stato, ma che Stato è quello che non si cura di gente come me? La prego, dunque, pertanto di scuotere la coscienza degli amministratori comunali affinché questa benedetta stradina venga finalmente riparata. D’altronde, non ci vogliono tanti soldi, soltanto un po’ di attenzione e buona volontà».

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