X
<
>

Il luogo della sparatoria

Condividi:
2 minuti per la lettura

NICOTERA – Paura, tanta paura. Gli spari, i copiosi schizzi di sangue al muro, le urla. La popolosa città vive una delle sue pagine più nere, forse la peggiore, di questa estate. A terra, riversa sul marciapiede giace, in preda ai dolori lancinanti, una ragazza di 21 anni, madre di un bambino di quattro anni avuto dal suo compagno, raggiunta dai colpi di arma da fuoco esplosi da una persona che nell’immediatezza è riuscita a sottrarsi alla cattura.

Lei si chiama Marisa Putortì e lavora nel bar attiguo alla zona del ferimento. Quando non studia (frequenta l’istituto tecnico cittadino) lavora al Bombo Bar per sbarcare il lunario, per dare un aiuto a mantenere la propria famiglia, quella famiglia che adesso è in forte apprensione per le sue condizioni. Raggiunta alle gambe, la giovane si trova ricoverata all’ospedale di Vibo Valentia dov’è giunta su un’ambulanza del 118 con una vistosa ferita alla coscia provocata dal proiettile che ha toccato l’arteria femorale.

Fortunatamente nelle vicinanze ai tavolini dell’attività di ristoro era presente un infermiere che si è sfilato la cintura stringendola attorno alla gamba della ragazza in modo tale da bloccare l’emorragia. Che fosse lei l’obiettivo dei sicari è tutto da stabilire, tuttavia le modalità dell’agguato ricordano quelle mafiose con la comparsa improvvisa di un’auto dal colore scuro e gli spari di pistola contro gli avventori del locale, in quel momento numerosi.

Marisa Putortì, intorno alle 22, quando la città era in festa per la notte della taranta, stava giocando col suo cellulare, quando si è trovata sulla traiettoria dei proiettili. Gli altri clienti hanno cercato immediatamente riparo, chi fuggendo all’interno chi trovando i tavolini come improbabile ma provvidenziale scudo. E mentre quell’auto assassina si allontanava a tutta velocità da corso Cavour, per terra 21enne piangeva dal dolore. Pochi istanti dopo, l’arrivo dei carabinieri della Stazione agli ordini del luogotenente Raffaele Castelli, che si sono messi immediatamente sulle tracce degli attentatori unitamente ai colleghi della Compagnia di Tropea giunti sul posto con il capitano Francesco Manzone.

Tutta la zona, illuminata ad intermittenza dai lampeggianti blu delle pattuglie dell’Arma, è stata transennata per consentire alla Scientifica della Benemerita di eseguire i rilievi ed acquisire i filmati delle telecamere delle attività commerciali della zona che hanno ripreso la scena. Una notte di violenza, l’ennesima che si verifica nel vibonese dove nel giro di sette giorni sono stati scritti sulla lista nera due uccisioni e due tentati omicidi.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE