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Il cimitero di Vibo Valentia

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VIBO VALENTIA – Le ipotesi investigative sono diverse, tuttavia l’episodio resta per certi versi inquietante. Ma andiamo con ordine. Nei giorni scorsi la Polizia Municipale di concerto con l’amministrazione comunale, ha avviato una serie di controlli nei sette cimiteri del territorio cittadino finalizzati a rinvenire situazioni di illegalità. A parte le condizioni di degrado, nel camposanto del capoluogo sono emerse alcune irregolarità finora mai portate alla luce.

LA SCOPERTA

Sì, perché gli agenti guidati dal comandante Michele Bruzzese nel corso del sopralluogo hanno effettuato una serie di scoperte. Le più rilevanti attengono alla presenza di un ossario sito in una stanza completamente buia, abbandonata, alla quale si accede tramite un sottoscala, con diversi resti umani giacenti lì, ormai da diversi anni. Ma non solo, anche vestiti ed altri oggetti appartenenti a chissà quali defunti. Per accedervi bisogna superare ovviamente il cancello d’ingresso ed entrare nei locali posti sulla destra. A questo punto si arriva in una sala inutilizzata, ristrutturata da non molto tempo – in cui sono presenti circa 240 ossarietti privi di sigilli, mai usati – della quale al Comune pare si disconosca l’esistenza.

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A questo punto, il personale della Municipale, si è messo di buzzo buono ad aprire tutti i 240 contenitori ed in un caso è stata rinvenuta una cassetta contenente dei resti umani, lasciati alla rinfusa, che saranno stati abbandonati a seguito dello spostamento di qualche loculo, anche se non è possibile constatare quanto ciò sia avvenuto.

Ma la sorpresa maggiore è quella legata alla presenza di due camere mortuarie – anche in questo caso mai utilizzate (almeno negli ultimi anni), prive di illuminazione, in preda al degrado, all’interno delle quali sono state trovate altre bare. Una di queste, col rivestimento di zinco, conteneva altre ossa umane e vestiti, anche questi risalenti nel tempo. Evidentemente, una volta terminata l’esumazione, gli indumenti sono stati abbandonati alla meno peggio nella stanza. Altri resti sono stati lasciati su alcuni ripiani presenti in entrambi gli ambienti. Ovviamente a caratterizzare il tutto un olezzo fastidioso.

Il comandante Bruzzese, a questo punto, ha informato l’amministrazione comunale procedendo al sequestro di tutte le sale (sia quelle degli ossarietti, che le camere mortuarie) e proprio ieri il provvedimento è stato convalidato dal magistrato. Ipotesi investigative. Al momento è presto per formulare qualche ipotesi chiara, di certo ci si è trovati di fronte ad una situazione inedita, visto che almeno la Municipale non era a conoscenza dell’esistenza di questi stanze, realizzate decenni addietro e mai utilizzate a quanto risulta. Poi, la presenza di 239 ossarietti vuoti e delle due camere mortuarie abbandonate potrebbero far pensare ad un’attività di esumazione praticata anni addietro che non è stata correttamente eseguita, visto che le ossa erano state lasciate alla rinfusa, addirittura anche su alcuni ripiani.

A questo punto, i controlli della Municipale verranno estesi anche negli ossari degli altri cimiteri, e chissà che non emerga qualcosa anche di più inquietante. Il cimitero comunale torna quindi all’attenzione delle forze dell’ordine.

Tralasciando quanto emerge dall’inchiesta “Rinascita-Scott”, sulle tumulazioni dei cadaveri, l’episodio più eclatante è indubbiamente quello del 2019 legato alla sparizione di ben sette bare poste all’interno di una cappella gentilizia appartenente ad una famiglia vibonese. Ad accorgersi dell’accaduto, era stato un amico di famiglia che aveva notato come la scritta con i cognomi fosse stata rimossa e che il cancelletto della struttura fosse coperto da un telo che celava tra l’altro un lucchetto nuovo. All’interno della stessa furono rinvenute tracce di lavori e in una busta una parte dei resti delle persone tumulate.

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