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VIBO VALENTIA – «È improbabile che ricevano il premio di mille euro per le festività natalizie, inoltre i venti dipendenti i cui contratti a tempo determinato non sono stati rinnovati la scorsa estate non verranno reintegrati». È quanto spiega a malincuore Pippo Callipo.

Con l’imprenditore vibonese – patron dell’omonimo gruppo, leader nell’ambito della produzione del tonno – c’eravamo lasciati a settembre con la speranza di orizzonti più rosei. Tre mesi fa, infatti, a causa della crisi energetica e dei diversi rincari, 231 lavoratori dell’azienda andavano incontro alla Cassa integrazione, restando a casa per un giorno alla settimana.

«Dalla Cig – prosegue Pippo Callipo – siamo fuori da qualche giorno, ma gli scenari, sebbene i costi energetici si siano un tantino abbassati rispetto ai mesi “clou”, rimane critica».

E lo dimostra, per l’appunto, la mancata “reintegrazione” dei circa venti giovani che, per fattori e circostanze esterne, non potranno più (per il momento) prestare servizio nell’impresa di Vibo, insieme al fatto che, a differenza di quanto avveniva di consueto in “casa” Callipo non ci sarà il premio.

«È così. Lo avevamo introdotto – chiosa l’imprenditore – da sei anni; dapprima ammontava a cinquecento euro per ciascun dipendente, poi è cresciuto fino a mille euro. Sfortunatamente oggi, però, non ci sono affatto i presupposti per poterlo elargire. Noi ci proveremo, con diversi sacrifici e sforzi, ma, ripeto, sarà difficile: si è sempre trattato di un premio spontaneo – continua Callipo – non era figlio della contrattazione sindacale, e considerata la situazione attuale non mi sembra possibile ripetere quanto accaduto negli anni passati».

Perché sì, i costi dell’energia si saranno anche abbassati, ma non è così per le materie prime. «Olio, vasetti di vetro, scatolame, tonno – spiega Pippo Callipo – hanno prezzi ancora alti e incrementati. La mia azienda, ad esempio, a causa di tutto ciò chiuderà il bilancio riuscendo solo per un pelo a pareggiare entrate e uscite».

Pippo Callipo

Mesi, insomma, che lo stesso imprenditore aveva già definito «di lacrime e sangue». «Naturalmente – aggiunge sempre il “patron” del gruppo – a questa situazione di bollette “folli” abbiamo cercato di reagire e stiamo continuando a farlo. Come? Puntando principalmente sul fotovoltaico e sulle rinnovabili, con pannelli solari su tutti e quattro i tetti dei nostri capannoni e poi – dice ancora l’imprenditore – effettuando il passaggio dal metano al gas liquido e provando, pertanto, a ridurre le spese, abbattere i costi».

Poi, a fronte di tutto questo, l’appello – reiterato – di Pippo Callipo, che, non a caso, si rivolge alle istituzioni, al governo nazionale e a quello regionale. «Il problema – dice l’imprenditore – è che chi può prendere decisioni non le prende, non le ha ancora prese. Per l’ambito energetico sarebbe stato necessario intervenire per tempo – spiega –, fare qualcosa, porre in essere misure e interventi per venire in aiuto a noi imprenditori, ma soprattutto alle famiglie che vedono, quest’anno, aumentare irrimediabilmente il carrello della spesa in maniera enorme. Tutto ciò è davvero inaccettabile».

Tredici settimane, come ricordato, di Cassa integrazione, dunque, tra sforzi e sacrifici compiuti da tutti a ogni livello. Per Callipo e i “suoi” sarà, insomma, un Natale diverso da quello degli anni precedenti. Molto probabilmente un po’ più amaro.

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