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VIBO VALENTIA – Andare in farmacia, dove da diversi mesi è possibile fare prenotazioni di prestazione sanitarie da eseguire presso l’ospedale o presso ambulatori convenzionati, per prenotare una ecografia e sentirsi dire: “Arrivederci signora, ci vediamo tra tre anni”.

Non è una commedia all’italiana, bensì una vicenda capitata ad una signora di Vibo. Ed a raccontarla è Giovanni Patania, segretario provinciale di Confasila.

«Mi faccio portavoce di quanto accaduto ad una signora,- ci racconta Giovanni al telefono – poiché si tratta di una vicenda che rasenta l’assurdo e che ci racconta lo stato della sanità a Vibo Valentia». Alla signora in questione viene prescritta una ecografia cute e sottocute «con i crismi dell’urgenza», ci tiene a sottolineare Giovanni Patania.

La donna si reca in farmacia una prima volta, ma le viene detto di tornare più in là poiché quel giorno non si poteva effettuare la prenotazione. «La seconda volta- è sempre Giovanni Patania che racconta – alla signora, che già soffre di altre patologia abbastanza serie, viene detto che l’accertamento non si può prenotare prima di tre anni, per l’esattezza 36 mesi».

Un tempo di prenotazione clamoroso, non degno di un paese civile. Come dire: “Arrangiatevi da soli”, da interpretare come un implicito invito a rivolgersi al privato.

«La signora è sdegnata, perché viene messo sotto i piedi il diritto alla salute: tre anni non sono tre mesi o sei mesi. Non si tratta di pazientare». Chiediamo a Giovanni Patania se la signora, della quale si fa portavoce, ha intenzione di rivolgersi, appunto, al privato.

La risposta è secca: «Il privato non può essere sempre una soluzione, perché i cittadini non possono sobbarcarsi spese per trattamenti che spetterebbero di diritto, in tempi anche ragionevoli».

Quale sarebbe, allora, la soluzione? Cosa ha intenzione di fare la signora? «Andremo già domani mattina (stamattina, ndr) in ospedale per cercare di ottenere una prenotazione prima dei 36 mesi. Qualora non dovessimo riuscire, si farà un esposto alla Procura della Repubblica, perché è necessario un controllo».

Giovanni Patania non riesce a spiegarsi per quale ragione i tempi siano così dilatati: «Ci sono talmente tante richieste da doversi prenotare anni prima? A Vibo le attese sono sempre state lunghe, ma tre anni semplicemente non è attesa».

Il problema è che i diritti non si possono sempre rivendicare per poterne usufruire: la prenotazione di una visita, piuttosto che di un accertamento come in questo caso, non si possono trasformare in un dilemma per il cittadino, il quale messo al bivio è costretto a rivolgersi al privato.

La questione delle liste di attesa è diventata un problema atavico, tant’è che ormai dinnanzi a racconti come questo non ci si stupisce neppure tanto. Vedremo quale sarà l’epilogo della vicenda: la signora riuscirà ad ottenere una ecografia cute e sottocute prima dei tre anni? L’auspicio è che possa riuscirci in tempi ragionevoli.

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