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Il turista inglese insieme al personale dell'ospedale di Tropea

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Un turista inglese finisce in ospedale a Tropea mentre è in vacanza nella Perla del Tirreno. Qui i medici riescono a diagnosticargli esattamente la patologia che i colleghi inglesi non hanno trovato in due anni

TROPEA (VV) – Si chiama Robert Hall, 55 anni, ed è stato in vacanza nel Borgo dei borghi per una settimana. Ma non ha avuto il modo e il tempo per visitare la città della quale aveva sentito dire un gran bene, perché, purtroppo, è finito in ospedale.

Ed è proprio l’esperienza vissuta nel reparto di Medicina del presidio ospedaliero cittadino che lui ha voluto raccontare nel ringraziare tutti. A loro ha lasciato una breve lettera sul lettino indirizzata ai suoi “adorabili amici”: «Da dove comincio? Per due anni i medici in Inghilterra non hanno saputo dirmi cosa c’era che non andava nel mio petto. Di volta in volta ho visitato il pronto soccorso con molto dolore, mi hanno detto che poteva essere un vento intrappolato (spero che si traduca correttamente)».

La patologia del turista inglese individuata dai medici dell’ospedale di Tropea

E, poi, “quel vento intrappolato” ha soffiato nuovamente appena giunto a Tropea: «Io e mia moglie siamo
venuti nel vostro bellissimo paese per una vacanza di una settimana. Lo scorso mercoledì sera ero in agonia, mia moglie ha detto che dovevo andare in ospedale. Ho detto no! Il dolore è diventato insopportabile e così, come sapete, sono venuto qui».

I medici del pronto soccorso lo hanno indirizzato prontamente al reparto di Medicina diretto da Giuseppe Barbuto dove gli è stata diagnosticata una colecistite acuta. Ricoverato, è stato curato e assistito. «Non riesco a esprimere a parole quanto sono grato a ognuno di voi», prosegue il biglietto del signor Robert che ringrazia tutti, senza trascurare nessuno: «Vi ringrazio tutti dal profondo del cuore» definendo il “suo” dottore “eroe”.

La gratitudine del turista inglese verso i medici: «Siete adorabili»

«Al mio dottore eroe. Sei il mio superuomo. Il migliore amico che non ho mai incontrato prima e forse il mio salvavita». E si sente in debito poiché finalmente, quel problema di salute che si trascinava da tempo, in Inghilterra non era stato individuato e dove, probabilmente, avrebbe dovuto affrontare un altro lungo periodo di sofferenze se non si fosse trovato a Tropea. E alle persone «adorabili» che ha trovato nel reparto di Medicina non sa come esprimere la sua gratitudine.

Il tempo della sua vacanza, l’ha trascorso in ospedale ma ha scritto che spera di tornare il prossimo anno, nella bella città di Tropea «per avere la vacanza che avremmo dovuto avere». E quel biglietto, che trasuda di infinita riconoscenza, ha il sapore del miele per tutti i nostri medici, infermieri e Oss che operano nell’ospedale cittadino il quale, sappiano, spesso viene additato come luogo carente di organico e di attrezzature ma non di operatori sanitari altamente professionali che – al pari di medici e infermieri – danno il massimo per garantire a chiunque il sacrosanto diritto alla salute sottoponendosi a enormi sacrifici compresi i turni massacranti e il biglietto lasciato dal paziente inglese Robert Hall, lo testimonia.

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