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La cerimonia di ieri

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VIBO VALENTIA – Un passo importante verso la realizzazione del nuovo presidio ospedaliero, nel 2026, salvo imprevisti. Ieri pomeriggio infatti è stato firmato il documento che attesta la consegna dei lavori, da parte della Regione alla ditta incaricata, la Vibo Hospital Service.

Si tratta tuttavia non degli interventi alla struttura bensì quelli stralcio per le opere complementari che tuttavia sono propedeutiche alla costruzione dell’edificio sanitario da 190 milioni di euro – in grado di avere 339 posti letto – che manca tuttavia ancora della progettazione esecutiva. Costruzione che avverrà contestualmente ai primi. La cerimonia è avvenuta nel palazzo municipale di Vibo, dopo un breve sopralluogo sul cantiere, alla presenza dei principali attori della vicenda unitamente ai rappresentanti delle forze dell’ordine, associazioni ed esponenti della politica.

I tempi. Per come riferito dall’ingegnere Pasquale Gidaro, della Regione, per quanto concerne il cronoprogramma dello stralcio, al fine di attuare la prescrizione dell’Autorità di Bacino, saranno necessari 30 giorni per installare un sistema di monitoraggio pluviometrico e idrometrico proprio per tenere sotto controllo le condizioni idrauliche dell’area.

Una volta superata questa fase inizieranno gli interventi (movimenti terra, opere di sostegno della terra, realizzazione delle opere idrauliche delle opere delle acque e allontanamento del fosso Calzona). Una volta approvato poi il progetto esecutivo della struttura vera e propria inizieranno quelli di quest’ultima il cui termine è stato fissato in tre anni.

La lettera di Occhiuto. Non presente all’evento, il presidente della Regione ha comunque fatto pervenire una lettera nella quale evidenzia che il nuovo ospedale di Vibo sarà al passo con le più moderne strutture sanitarie del Paese e rappresenterà un modello organizzativo all’avanguardia. Sono molto determinato a fare in modo che questa opera venga consegnata ai calabresi entro tre anni. Vigilerò acché i lavori procedano speditamente”, ha concluso il governatore e commissario ad acta per la sanità calabrese.

Il messaggio del sindaco. Dopo aver ringraziato Occhiuto e tutti gli attori del tavolo tecnico, il sindaco Maria Limardo ha auspicato che “i lavori si protrarranno nei tre anni previsti e senza soluzione di continuità anche perché gli ostacoli burocratici sono stati superati. Noi confidiamo molto nella costruzione del muovo presidio perché rappresenta un punto di riferimento importante per il territorio e un punto di eccellenza perché sarà realizzato con le ultime tecniche di costruzione ed osserverà i paletti della normativa anticovid; siamo certi, inoltre, sotto l’aspetto occupazionale, che richiamerà quei professionisti che ad oggi sono renitenti ad operare a queste latitudini”. L’altra faccia della medaglia, secondo la Limardo, risiede nella messa in moto dell’economia perché si creerà tutto un indotto attorno.

I tempi delle prime pietre e degli scandali del passato sono ormai lontani e “vogliamo lasciarceli alle spalle per aprire una nuova  fase che ci porterà ad avere un riscatto non solo sanitario ma anche sociale”, ha concluso il primo cittadino di Vibo. Le nozioni tecniche sono poi state spiegate ancor più dettagliatamente dall’ingegnere Gidaro che ha ricordato i problemi di varia natura in primis l’ubicazione del sito – individuato a suo tempo dalla struttura commissariale in località Cocari – che presenta caratteristiche particolari, di natura ambientale dove l’analisi sui terreni aveva fatto emergere la presenza di metalli pesanti: “Per diversi mesi abbiamo svolto una campagna di indagine per approfondire tutta una serie di aspetti che ci ha consentito di sgomberare il campo su possibili inquinamenti del terreno sancendo, in tal modo, l’idoneità del sito”. Altro aspetto che ha rappresentato uno stop alla tempistica di realizzazione dell’infrastruttura è legato alla vincolistica idraulica: “Vibo Valentia rappresenta un caso unico sul suolo regionale per via della presenza del “Piano Versace” redatto a seguito dell’alluvione del 3 luglio 2006 che pone delle condizioni difficilmente superabili già per le opere di piccolo cabotaggio”.

L’autorità di bacino regionale ci ha dato serie di prescrizioni che hanno reso propedeutico la risoluzione delle problematiche idrauliche e la Regione si è fatta carico di progettare e realizzare dal concessionario le idrauliche, senza le quali non si sarebbe mai potuti arrivare all’approvazione del progetto esecutivo stralcio. Ci sono state poi vicissitudini di carattere giudiziario e bene ha fatto la Procura ad intervenire, poi la questione del fosso Calzone e il relativo attraversamento ferroviario a Vibo Marina, che abbiamo risolto. Ma c’è voluto tempo. Oggi mi sento di dire – ha concluso il funzionario regionale – che anche a Vibo è possibile realizzare opere di un certo livello”. Che sia, dunque, la volta buona? Il tempo lo dirà.

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