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VIBO VALENTIA – Prima la trasferta nel “feudo” del coordinatore regionale di Forza Italia per lanciare la candidatura a Governatore, con il gotha locale (e non solo) del centrodestra (anche qui…) ad accoglierlo a braccia aperte; poi la cautela, adottata proprio dal suo main sponsor in una nota diramata nel pomeriggio. Roberto Occhiuto ha presentato la propria candidatura a presidente della Regione Calabria a Vibo Valentia, a “casa” di Giuseppe Mangialavori.

Roberto Occhiuto ieri a Vibo insieme al sindaco Maria Limardo e diversi amministratori del centrodestra

Tutti convocati nel cuore del centro storico intorno a mezzodì, tutti in attesa di veder arrivare colui che dovrebbe essere l’uomo di punta della coalizione di centrodestra. Il condizionale è d’obbligo, perché fino a qualche minuto prima sia Occhiuto che Mangialavori erano asserragliati nel quartier generale del senatore vibonese, attendendo notizie dalla Capitale.

Notizie che però non sono arrivate, per via di una riunione tra i massimi rappresentanti nazionali dei partiti di centrodestra che è saltata. Secondo indiscrezioni, infatti, sul piatto sono stati messi i candidati di altre competizioni elettorali che si terranno prossimamente in tutta Italia.

Evidentemente sia Occhiuto che Mangialavori, sicuri dei fatti propri, hanno bruciato le tappe parlando chiaramente di «primo incontro della campagna elettorale», di un progetto che vede una alleanza compatta «con gli alleati che saranno a disposizione».  

«Utilizzeremo questi mesi per preparare il progetto di cambiamento per questa regione per dimostrare al Paese che ci può essere una bella Calabria. Una Calabria che ha tanti problemi, a cominciare dalla ’ndrangheta che va estirpata con ogni sforzo, ma anche tante risorse che possono diventare strumenti di sviluppo», ha dichiarato Occhiuto. Per il suo fidato compagno, Mangialavori, solo parole di elogio, tant’è che ha parlato «un lavoro straordinario svolto insieme in questi mesi».

E poi la promessa di «un governo che farà zero precari», grazie anche alle risorse del Recovery Fund, e di un ospedale, quello mai sorto, «che sarà rilanciato, così come gli altri presidi», grazie «a un rapporto privilegiato tra di noi».

Insomma, tutto rose e fiori sulla scalinata della Cerasarella, fino al dietrofront diramato nel pomeriggio da Mangialavori: «L’incontro di oggi a Vibo Valentia era finalizzato all’avvio di un dialogo con i cittadini e le forze produttive e sociali calabresi; non aveva, dunque, lo scopo di anticipare un annuncio che, come da prassi nel centrodestra, spetta esclusivamente ai segretari nazionali dei partiti che compongono la coalizione, così come già avvenuto per le candidature di Roma e Torino e come avverrà per tutte le altre città al voto».

Appare chiaro, dunque, che qualcuno si sia infastidito per ciò che a tutti gli effetti, è sembrato un vero e proprio “battesimo”, alla presenza di numerosi sindaci del Vibonese, tra tutti quello del Capoluogo, Maria Limardo, ed anche di altri che si sono spinti in città dall’area Ionica, come il primo cittadino di Cirò Marina, Sergio Ferrari. E poi consiglieri comunali, assessori, consiglieri regionali (e aspiranti tali) come Vito Pitaro, anch’egli presente durante la visita.

C’era anche qualcuno di Fratelli d’Italia, ma spiccava l’assenza della Lega, nonostante Matteo Salvini, domenica scorsa nel Vibonese, avesse chiaramente parlato di «una candidatura che spetta a Forza Italia».

Qualcosa si muove, soprattutto nella composizione delle liste, «anche in quelle satellite», come confermato ai piedi della Cerasarella dal coordinatore di Forza Italia, Giuseppe Mangialavori.  

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