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Il sindaco Salvatore Fortunato Giordano

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Il sindaco di Mileto, Salvatore Fortunato Giordano, prende posizione sull’insediamento della Commissione di accesso agli atti: «Certi di aver operato nel rispetto della legge»

MILETO (VIBO VALENTIA) – L’arrivo della commissione per l’accesso agli atti al Comune di Mileto non può certo definirsi un fulmine a ciel sereno. Le conclusioni dell’inchiesta Maestrale-Carthago hanno svelato la presenza nella città normanna di una struttura complessa di ‘ndrangheta, una “locale” costituita da almeno 5 ‘ndrine attive su tutto il territorio comunale (frazioni e capoluogo). Uno scenario ben più inquietante di quanto in realtà non si potesse sospettare in base a quanto noto fino allo scorso anno.

Inevitabile, di conseguenza, la volontà da parte dello Stato, personificato dalla Prefettura di Vibo Valentia, di voler approfondire la situazione per capire se dopo il 2019 (anno a cui risalgono gli ultimi fatti ricostruiti nell’inchiesta DDA) sussista o meno una ingerenza della ‘ndrangheta sull’attività amministrativa dell’ente locale. Unico modo per capire se il possibile rischio sia diventato nefasta certezza è affidare ad una commissione una ispezione tra le carte del comune alla ricerca di anomalie o incongruenze. Detto fatto, questa mattina 11 dicembre 2023 il presidente della commissione (e capo di gabinetto del prefetto di Vibo), Roberto Micucci, ha bussato alla porta del sindaco Salvatore Fortunato Giordano per chiedere massima collaborazione e soprattutto un lungo elenco di documenti da consegnare entro 10 giorni.

COMMISSIONE DI ACCESSO A MILETO, GIORDANO: «MASSIMA FIDUCIA E COLLABORAZIONE»

«Una decisione da capire – ha commentato nell’immediato il primo cittadino Giordano – ma credo sia giusto andare a verificare se qualcosa non sia andato come avrebbe dovuto. Ognuno farà il proprio lavoro, noi siamo certi di aver operato nel rispetto della legge e nel pieno ed esclusivo interesse della comunità e dell’ente Comune». Il sindaco è ben consapevole dello scenario che oggi offre il territorio di Mileto alla luce delle ultime indagini.

Uno scenario che, almeno fino al 2019, è fatto di ingerenze, di aziende connesse, direttamente o indirettamente, a personaggi ritenuti dagli inquirenti nell’orbita di alcune delle ‘ndrine miletese, di commistioni. «Legittimo – ha spiegato Giordano – che la prefettura voglia verificare se qualcosa sia proseguito anche dopo. Noi, però, siamo tranquilli. Abbiamo operato ben consapevoli dell’importanza delle nostre scelte. Abbiamo fiducia nello Stato e nelle sue istituzioni cui offriamo e offriremo piena collaborazione. C’è un po’ di amarezza ma è giusto che accertino i fatti e sciolgano i dubbi del prefetto».

Amarezza che inevitabilmente passa anche dalla constatazione che i veleni in città sono sempre più diffusi e insidiosi se solo si pensa che «negli ultimi mesi decine di lettere anonime – ha rivelato Giordano – sono state inviate alle istituzioni o pubblicate sui social con account falsi seminando il sospetto di irregolarità e macchinazioni. Affermazioni che di certo hanno contribuito a questa esigenza di approfondimento da parte della Prefettura ma che posso dire con certezza siano destituite di ogni fondamento. Ripeto siamo fiduciosi nell’operato della Commissioni perché abbiamo la certezza di aver operato nel rispetto della legge».

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