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Il sindaco di Vibo Valentia Maria Limardo

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VIBO VALENTIA – «Abbiamo già individuato una soluzione e stiamo lavorando affinché possa essere messa in pratica. La Vibonese Calcio, al pari della Tonno Callipo, sono un patrimonio della città e pertanto devono essere tutelate».

Le parole sono del sindaco Maria Limardo che rassicura il patron rossoblu, Pippo Caffo, sul debito da 482 mila euro che la società vanta nei confronti del Comune per il mancato pagamento della Tassa sulla raccolta dei rifiuti (Tari) nello stadio Luigi Razza in un segmento temporale che va dal 2014 ad oggi.

La questione ruota attorno ad una differente concezione di responsabilità: da un lato gli uffici municipali secondo i quali la Us Vibonese deve pagare la quota normalmente, vale a dire considerando 365 giorni l’anno, dall’altro la società stessa che sostiene come il tributo debba riferirsi solo ai giorni di effettivo utilizzo dell’impianto sportivo, quindi 19 l’anno, così come avviene in altre realtà, il che porterebbe ad una sensibile riduzione della somma.

Il Quotidiano del Sud ha pubblicato l’altro giorno (LEGGI) una accorata quanto dura lettera del presidente Caffo rivolta al sindaco Limardo nella quale si evidenziava il rischio del fallimento della società e si chiedeva allo stesso capo dell’amministrazione un incontro per trovare una soluzione, ventilando, tra l’altro, l’ipotesi di ritirare la squadra dai campionati, vendere il titolo oppure giocare in un’altra città.

A quelle parole il primo cittadino ha voluto rispondere dalle colonne del Quotidiano del Sud, rassicurando che «si sta facendo di tutto per venire incontro alle richieste della Us Vibonese tant’è che con gli uffici del settore Tributi abbiamo individuato una strada che va nella direzione invocata dal presidente Caffo. Questo perché l’amministrazione conosce benissimo l’importanza che riveste una realtà sportiva come quella rossoblu la quale, al pari della Tonno Callipo e pur non dimenticando quelle più piccole, è quella che offre la maggiore visibilità della città oltre i confini regionali».

Il sindaco ha rilevato poi che «col presidente e la dirigenza abbiamo parlato in questi mesi ma non era semplice correggere una situazione che abbiamo ereditato da precedenti e differenti esperienze amministrative visto che ci siamo insediati nel 2019 mentre le richieste di pagamenti partono addirittura dal 2014. Io prendo, quindi, atto di un ulteriore problema grave della città perché non si può pensare che una realtà sportiva possa pagare livelli così elevati di tasse. È chiaro che se c’è una cartella esattoriale vuol dire che a monte ci sono dei provvedimenti definitivi, ma nel frattempo, come detto, mi sono adoperata per modificare ciò che può essere cambiato, parlando con gli Uffici comunali che in precedenza mi hanno sempre risposto “picche”, perché c’è una normativa vigente. Tra l’altro – ha concluso la Limardo – non è palazzo Razza a gestire lo stadio ma la società e quindi di questo non si può non tener conto. Devo, tuttavia, precisare che una soluzione positiva è stata individuata ma serve del tempo, mentre per il passato non si può fare nulla ma, come detto, al Comune non c’era questo esecutivo».

Sulla stessa falsariga il consigliere delegato allo Sport, Antonio Schiavello, per il quale «il Comune ha sempre avuto una interlocuzione in questi mesi con la società allo scopo di lavorare sulla modifica della convenzione. Si tratta di una problematica che ho ereditato ma per la quale mi sono immediatamente messo al lavoro. Le sensazioni sono positive, dunque, e ritengo che la soluzione prospettata dal presidente Caffo e dal sindaco Limardo sia praticabile. C’è bisogno di un po’ di tempo ma la strada pare ormai tracciata. La Vibonese calcio è un simbolo della città e non saremo certo noi a danneggiarlo», ha concluso il consigliere delegato.

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