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L’OPERAIO 36enne e la casalinga 34enne. Una coppia di imprenditori, entrambi 37enni. Infine l’impiegata e il libero professionista, di 35 e 37 anni. Sono loro, spiega la “Triangolo rosso” , i protagonisti del film hard “La calda estate di Vibo e Pizzo”, che la casa di produzione annuncia di prossima uscita nelle edicole della provincia. Il titolo è una trovata commerciale, ovvero un astuto escamotage per stuzziccare all’acquisto, o si tratta di un film davvero girato a Vibo e Pizzo e con attori locali? Iniziativa analoga, come si apprende da una rapida consultazione in rete, la “Triangolo rosso” l’ha escogitata anche altrove, specie in Toscana, e via al tam tam mediatico, facile preludio al successo negli incassi.

Per capirne di più abbiamo contattato direttamente il produttore, Giuliano Carli, che – spiega – nel settore dell’hard c’è da poco. «Qualche anno – dice – ma sarebbe stupido, da parte mia, spacciare un film come girato in un certo luogo e con attori del luogo quando poi non lo è». Lo scetticismo, d’altronde, è giustificato. Qualche anno addietro, proprio in questa provincia, venne annunciata l’uscita di un primo film hard, produttore Eros Cavalli, il titolo “A Vibo Valentia dietro le apparenze”. Pare che nelle edicole, allora distribuito in formato Vhs, sia andato a ruba. Quegli attori, però, non avrebbero convinto granché coloro che videro il film e i locali domestici in cui furono girate le scene potevano essere quelli di una comune pensione della costa adriatica piuttosto che di una casa popolare di Civitavecchia. Insomma, di vibonese, quella vecchia Vhs a luci rosse e girata in maniera goffa e artigianale, avrebbe avuto ben poco. Giuliano Carli, d’altronde, assicura che questa volta non sarà così, anzi. «Eros Cavalli? E chi è? Nell’ambiente, anche se ci sto da poco, bene o male ci conosciamo tutti, lui no lo conosco». 

Insomma, a parte il titolo, è davvero un film girato a Vibo con attori vibonesi? 

«Certamente. Non è che siano attori professionisti, sono coppie che si cimentano nel genere amatoriale, scambisti. Li abbiamo trovati grazie a internet che in questo senso ci ha molto semplificato il lavoro».

Ci spieghi, allora, come funziona…

«Beh, tutto è iniziato con un video amatoriale inviato alla nostra casa di produzione da una delle tre coppie di Vibo. In particolare lei, come posso dire, era ben messa. Diciamo una gran bella trentenne. E così abbiamo iniziato a cercare altre coppie. Su Vibo, a differenza di altri luoghi in cui abbiamo fatto la stessa cosa, la ricerca è stata un po’ più complicata. Ci abbiamo messo più o meno un anno per trovare i protagonisti del film. Così abbiamo trovato una seconda coppia a Vibo e una terza a Pizzo». 

Okay, sappiamo che lo scambismo solitamente si pratica in luoghi riservati. Cosa spinge una coppia di scambisti a farsi filmare, con il rischio di essere riconosciuta dai vicini piuttosto che dai colleghi?

«Non lo so, penso una certa dose di esibizionismo, forse l’adrenalina che va in circolo in quel momento. E’ un miscuglio di cose. Io, per esempio, non lo farei. Sono dell’ambiente, anche se da poco, ma non mi sognerei mai di farlo. Altri lo fanno».

I protagonisti, immaginiamo, avranno il volto coperto…

«Sì, certamente. Indosseranno delle maschere».

E non temono di essere riconosciute comunque?

«Non lo so, noi abbiamo le liberatorie».

Ci spiega il giro d’affari, cioé entrate e uscite per una cosa di questo tipo?

«Il dvd andrà in edicola ad un costo di 16 euro e 90 centesimi. Se fossimo stati al tempo delle Vhs lo avremmo venduto almeno a 50mila lire, però i tempi sono cambiati».

E poi?

«E poi lo distribuiremo in 2000 copie nella provincia di Vibo. Tenga presente che verrà distribuito anche in tutto il resto d’Italia. Diciamo che ci basta vendere circa 3.500 copie in tutta Italia per essere soddisfatti».

Insomma, un ricavo di quasi 60mila euro ma a fronte di quali costi?

«Girare ci sarà costato più o meno un 10mila euro». 

Con coppie indigene e in loco…

«Assolutamente».

p. c.

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