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VIBO VALENTIA – Una scuola campione scelta in ogni provincia e un dato emblematico: il 50% dei bambini in età scolare della Calabria risulta in sovrappeso, quando non obeso, e circa il 30% è diabetico. Il monitoraggio è stato realizzato dall’Osservatorio Dieta Mediterranea di Nicotera, ha riguardato gli alunni, con relative famiglie, di cinque istituti comprensivi: Nicotera nel Vibonese, Cittanova nel Reggino, Lamezia per il Catanzarese, Cutro per la provincia di Crotone e Campora San Govanni nel Cosentino.  I dati emersi dalla ricerca sono stati illustrati stamane nel corso di una conferenza stampa alla Provincia di Vibo Valentia. All’incontro hanno partecipato l’assessore Martino Porcelli, il presidente dell’osservatorio, professor Pasquale Barbalace, e due ricercatrici vibonesi dell’Università Tor Vergata di Roma, Maria Rosaria Lentini e Antonina Pellegrino, che hanno realizzato lo studio.   Il monitoraggio fa parte del progetto nazionale Mens sana in corpore sano, promosso congiuntamente dall’Università Tor Vergata di Roma, sezione di Alimentazione e nutrizione umana, e dall’Osservatorio di Nicotera, approvato dal Ministero delle Politiche agricole.  «Questo progetto – hanno spiegato le ricercatrici Lentini e Pellegrino – ha avuto come obiettivo principale anche quello di valutare le diete dei bambini e di indirizzare la popolazione esaminata verso uno stile di vita più salutare in termini di corretta nutrizione, al fine di prevenire l’insorgere e la diffusione di malattie correlate alla malnutrizione, al sovrappeso e alla sedentarietà».  

 I bambini esaminati in Calabria sono stati 170, con le rispettive famiglie. Dall’indagine sul campo è emerso un dato molto preoccupante: mangiano in modo disordinato e prediligono il consumo fuori pasto di merendine ad alto potere calorico. La frutta come spuntino viene poco considerata, perchè la scelta ricade principalmente su snack salati o dolci accompagnati quasi sempre da bevande zuccherate. Per quanto riguarda lo stile di vita è emerso che i bambini praticano poca attività fisica, trascorrendo la maggior parte del tempo davanti a pc e videogiochi. Le risposte ai questionari hanno evidenziato che si conosce poco la differenza tra i prodotti biologici e quelli convenzionali e il consumo di prodotti derivati da agricoltura biologica presenti nei supermercati spesso viene considerato di natura dubbia e più costoso. Sono state anche valutate le mense scolastiche per quanto concerne l’utilizzo di prodotti provenienti da agricoltura biologica, ma il riscontro è stato negativo in quanto nessuna delle scuole considerate ha dichiarato di farne uso. «Insomma – hanno sottolineato le due studiose – è chiaro che i nostri bambini mangiano male, e così le patologie cronico-degenerative aumentano in modo esponenziale in età adulta. È opportuno, quindi, investire sulla prevenzione, attuando progetti di educazione alimentare volti non solo ai bambini ma all’intera collettività, coinvolgendo le famiglie in modo tale da prevenire malattie come diabete, ipertensione, patologie coronariche e tumori, migliorando la qualità della vita e valorizzando la dieta mediterranea biologica».  

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