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Ugo Bellantoni

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“Perché Massone”, la massoneria secondo Ugo Bellantoni, il volumetto pubblicato dall’esponente di spicco della massoneria vibonese è anche un interessante spaccato della Vibo “Giardino sul mare”

VIBO VALENTIA – “Perché Massone”, recentemente edito da Arti Grafiche Barbieri di Cosenza, è un libro la cui lettura è imprescindibile per chi volesse approfondire la conoscenza di quello che è ancora, indubbiamente, il sodalizio più noto e favoleggiato d’Italia, e cioè la massoneria. A firmarlo è Ugo Bellantoni, massone di lungo corso e personaggio di primissimo piano nella Libera Muratorìa italiana. Lo prova il fatto che la prefazione e l’introduzione al suo racconto sono a firma rispettivamente di Stefano Bisi, Gran Maestro del Goi in pratica la massima autorità massonica italiana, e Giancarlo Elia Valori, che è stato uno dei più importanti manager italiani.

LA MASSONERIA SECONDO UGO BELLANTONI

Un massone di peso, insomma, Bellantoni, classe 1936, vibonese doc e per lunghi anni, capo indiscusso (e spesso anche discusso) dell’ufficio tecnico del comune di Vibo Valentia. Coinvolto in varie inchieste giudiziarie, ne è uscito però sempre indenne, come ribadisce a giusta ragione ogni volta che ne ha occasione. Il suo racconto, in uno stile a volte semplice e piano altre volte invero un po’ enfatico e paludato, muove dall’infanzia dell’autore, in quella Vibo Valentia che si preparava a vivere anni di disagi e povertà, a causa della guerra, e che, terminata questa, si accingeva a rinascere.

Ci sono i ricordi delle prime esperienze lavorative nella fabbrica di sapone della famiglia, c’è il racconto in termini esoterici della sua iniziazione in loggia, una breve storia della “Michele Morelli”, episodi e nomi di vari personaggi illustri, amministratori, intellettuali e imprenditori, che fecero di quella Vibo un autentico “Giardino sul mare”. “Perché Massone” è, insomma, un libro autobiografico nel quale Bellantoni illustra la sua visione della Libera Muratorìa. Esso s’inserisce in quell’opera di trasparenza, sia pure parziale, intrapresa dal sodalizio al fine di contrastare l’immagine negativa che di essa hanno in molti.

UN VOLUME CHE PIACERÀ AGLI AFFILIATI

Il volume dunque piacerà certamente molto agli affiliati perché vi troveranno la continua esaltazione dei valori da essa rivendicati come fondanti: libertà, fratellanza, solidarietà, onestà, fiducia nell’azione del “Grande Architetto dell’universo”, com’essi chiamano l’essere trascendente. Concetti, questi ed altri, che vengono ribaditi nei numerosi interventi (presenti nel volume) pronunciati da Bellantoni ed altri illustri massoni nel corso delle periodiche riunioni di loggia e pubblici incontri. Per i non affiliati, invece, il libro sarà comunque utile perché offre uno spaccato di prima mano della società vibonese del periodo che si può definire, a giusta ragione, l’età dell’oro della città, età poi purtroppo irrimediabilmente tramontata.

Se un rilievo si può muovere all’autore, trattandosi di un libro che vuole rivolgersi anche ai non iscritti alla massoneria, è quello di non essersi soffermato (c’è infatti solo un rapido accenno) sulla questione, di grande interesse per l’opinione pubblica, della “massoneria deviata”, del massone Gelli e della sua loggia P2, sodalizio dichiarato fuori legge dallo Stato, giudicato responsabile, o quanto meno in esse coinvolto, di oscure e drammatiche vicende di cronaca che insanguinarono l’Italia per alcuni anni.

La spiegazione di questo sostanziale silenzio è però semplice: come ha ribadito lo stesso Bellantoni in precedenti articoli sul Quotidiano, «la massoneria è una gloriosa istituzione, la P2 invece è stata tutt’altro, ha usurpato il nome di massoneria ma era lontana mille miglia dai nostri valori». Punto. Insomma, sembra dire l’interessato, in un libro che s’intitola “Perché massone” sarebbe stato fuori luogo parlare di qualcosa che massoneria non era. Una spiegazione che può convincere o meno ma che ha indubbiamente una sua logica.

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