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Emanuele Gallè, della StartUp sull'IA

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La richiesta di finanziamento al Gal Terre Vibonesi per la startUp sull’IA della società di Serra San Bruno è bloccata dalla burocrazia


VIBO VALENTIA – Nel Paese della burocrazia esasperata succede anche che una piccola ma volenterosa Start Up resti impelagata tra le strette maglie di questa giungla e rischi di perdere finanziamenti necessari allo sviluppo dei propri progetti, con inevitabile ed evidente danno economico. 

È quanto sta vivendo Emanuele Gallè, amministratore delegato della Fodi Srl, una realtà innovativa con sede a Serra San Bruno. La società è composta da sei ragazzi di Serra San Bruno, con collaboratori in India, Pakistan, Roma e Milano. La Fondi Srl ha ottenuto numerosi riconoscimenti, uno fra tutti il premio “America Innovazione”, conferito nel 2023 presso la Camera dei Deputati a Roma. Innovativa perché? Perché già dal 2022 – anno della sua costituzione – si occupa di Intelligenza Artificiale, la nuova frontiera del progresso tecnologico. 

La sua storia ricorda un po’ il cartone animato “Le 12 fatiche di Asterix & Obelix”. Ricorda quella scena in cui devono ottenere il “Lasciapassare A38”, venendo così a contatto con la farraginosa burocrazia romana.

L’odissea di Gallè ha auto inizio nei mesi scorsi, la società ha presentato una domanda di finanziamento al Gal Terre Vibonesi per il progetto «innovativo che ha lo scopo di beneficiare del supporto necessario per trasformare le nostre idee in realtà tangibili.
Esso non mirava solo alla crescita aziendale, ma si proponeva come catalizzatore di sviluppo locale. Si punta con la creazione di nuovi posti di lavoro e l’impulso all’economia della regione».  

Un motivo quello che ha portato al rigetto della domanda, presentata della società che conta una cinquantina di collaboratori, che va oltre la comprensione. L’assenza di una firma di un tecnico abilitato su un documento. Firma che Gallé ha cercato di fare apporre dalla figura richiesta. Ma, scontrandosi appunto con una serie di difficoltà di natura burocratica come l’impossibilità di individuare la figura necessaria per certificare, nero su bianco, la documentazione. 

È stato un rimpallo continuo di uffici, di lunghe e numerose telefonate, di rimandi costanti senza pervenire ad una soluzione. Addirittura, è indicato un professionista con una qualifica che nulla ha a che fare con l’intelligenza artificiale: quella di un agronomo. Alla richiesta di Gallè di fornire un elenco dei professionisti necessari per completare la domanda, gli sarebbe stato risposto che per motivi di privacy non poteva essere fornito.
E alla fine – contrariamente a quanto succede nel cartone animato – si è arrivati all’epilogo amaro. Per l’assenza di quella firma da parte di un tecnico abilitato che ha reso la domanda incompleta. 

GALLE’ DELLA STARTUP SULL’IA, LANCIA UNA PETIZIONE

Gallè ha anche lanciato una petizione online “Basta Burocrazia: Chiediamo trasparenza e accesso equo ai finanziamenti in Calabria”. «Questo dettaglio ha avuto il potere di annullare mesi di lavoro e di pianificazione – afferma- oltre a compromettere le prospettive di crescita non solo per la nostra startup ma anche per la comunità locale che avremmo potuto supportare». 

«Il nostro percorso verso il raggiungimento di questi nobili obiettivi – prosegue- si è scontrato con un ostacolo inaspettato, che oggi rappresenta una sfida non solo per noi ma per molte altre realtà imprenditoriali calabresi: un sistema di finanziamento pubblico intricato e burocratico. Un intoppo che non è derivato dalla nostra negligenza, ma da un meccanismo confuso e poco trasparente. Il bando non chiariva chi potesse essere considerato “tecnico abilitato” né forniva un elenco di professionisti idonei.

«Nonostante i nostri sforzi – prosegue Gallè- per ottenere chiarimenti, ci siamo trovati di fronte a un muro di silenzio. Senza guida né assistenza, abbandonati a una burocrazia indecifrabile. Questa esperienza ci ha aperto gli occhi su una realtà amara. Su un sistema che dovrebbe sostenere l’innovazione e l’imprenditorialità è invece diventato un labirinto di ostacoli burocratici, che soffoca le potenzialità e premia chi ha “le giuste connessioni” piuttosto che le idee migliori. È una realtà che non possiamo accettare in silenzio».

Gallè, della StartUp sull’IA, evidenzia come attraverso questa petizione, non si chiede solo giustizia per la Fodi Srl. «Anche un cambiamento radicale nel modo in cui le imprese vengono sostenute in Calabria. Chiediamo una semplificazione delle procedure di finanziamento, maggiore trasparenza nelle valutazioni delle domande, e l’eliminazione di quelle barriere burocratiche che non fanno altro che penalizzare le piccole imprese e le startup innovative». 

«La nostra speranza – conclude il giovane imprenditore – è che, con l’aiuto dei sottoscrittori dell’iniziativa, si spossa stimolare una riflessione collettiva e promuovere un cambiamento. Garantire che le opportunità di sviluppo siano realmente accessibili a tutti coloro che hanno idee valide e progetti innovativi da realizzare. Insieme, possiamo fare la differenza. Insieme, possiamo costruire un futuro in cui l’innovazione e l’imprenditorialità siano realmente al centro dello sviluppo economico della Calabria». Ha concluso il Ceo di della Fodi.Srl.

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