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Il Tribunale di Avellino

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Si è concluso il processo di primo grado al “Nuovo Clan Partenio”. Nessuna assoluzione e 21 condanne, per un totale di quasi 300 anni di carcere

AVELLINO – Quasi trecento anni di carcere e nessuna assoluzione per i 21 imputati nel processo di primo grado al cosiddetto “Nuovo clan Partenio”. Il clan operava ad Avellino e nel suo hinterland ed era stato sgominato il 14 ottobre del 2019 nell’operazione battezzata “Partenio 2.0”.

L’attesa sentenza, secondo quanto riportato da Ansa, è arrivata dopo cinque ore di Camera di consiglio dal collegio presieduto da Giampiero Scarlato, giudici a latere Giulio Argenio e Lorenzo Corona. Le pene richieste dai pubblici ministeri, Simona Rossi e John Woodcock della Dda di Napoli, sono state riformate al ribasso. I Pm, in particolare, avevano chiesto complessivamente 400 anni di carcere per gli imputati.

 Confermata l’aggravante mafiosa per tutti, esclusa per una sola fattispecie nei confronti di due degli imputati. Nicola Galdieri e Renato Freda, sono stati infatti condannati rispettivamente a 21 e 14 anni di reclusione. Secondo i giudici, i due, non hanno riciclato i proventi di due attività commerciali che facevano loro capo e sono stati assolti dall’accusa di intestazione fittizia di beni.

Pasquale Galdieri, fratello di Nicola, ritenuto il capo del sodalizio, è stato condannato a 25 anni di reclusione, cinque meno di quelli richiesti dall’accusa, la pena più alta comminata. Le ultime udienze del processo sono state caratterizzate da dure schermaglie tra accusa e difese sulla natura camorristica dell’associazione.

Il processo era partito il 6 ottobre del 2020 nell’aula bunker del carcere napoletano di Poggioreale. Dopo 68 udienze era stato trasferito ad Avellino nell’aula della Corte d’Assise del tribunale irpino.

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