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AVELLINO- Il sacco blu dove è stato trasportato il suo corpo dai necrofori, poco prima delle undici, ha chiuso nel modo più tragico le ricerche che andavano avanti da tre giorni ininterrottamente di Luciano Romagnuolo, il cinquantaseienne senza fissa dimora originario di Altavilla Irpina che era scomparso nel nulla dallo scorso dieci gennaio. A Rampa Santa Maria delle Grazie, all’interno dell’edificio in costruzione della famiglia Iandolo, ieri mattina i Carabinieri della stazione di Avellino e i Vigili del Fuoco, che procedevano alle ricerche coordinati dalla Prefettura hanno ritrovato il corpo senza vita dell’ex panettiere.

Luciano era stato spesso avvistato in quella zona, frequentata anche da altri senza tetto. Era nel sottoscala del Palazzo all’interno di una pozza d’acqua. La causa della morte non è ancora nota. E saranno gli accertamenti medico legali a stabilire se Luciano è morto per il freddo di questi giorni o in conseguenza di una caduta. La Procura di Avellino a già disposto una serie di accertamenti.

Lo stesso Procuratore Domenico Airoma segue insieme al sostituto procuratore di turno, il pm Antonella Salvatore l’evoluzione dell’accertamento. Oltre all’ispezione cadaverica e all’esame che sarà conferito oggi, potrebbero essere affidato anche altri accertamenti ai militari della stazione di Avellino, che sono stati impegnati nelle ricerche del cinquantaseienne. Sul posto, ieri mattina sono giunti anche i familiari del cinquantaseienne, Antonio e Gina.

La famiglia aveva tentato in tutti i modi di recuperarlo, facendolo vincere contro il demone dell’alcol. Ma non è stata una battaglia facile, nè vinta. Antonio, il fratello, in lacrime, racconta una storia di sofferenza anche per chi stava vicino al cinquantaseienne: «Non riusciva a stare a casa mia, l’ho portato da me più volte ma si fermava tre, quattro giorni, poi tornava in strada, voleva una vita autonoma anche perché io cercavo di imporgli di non bere troppo. Era dal 7 gennaio che non avevo più notizie, ci trovavamo ogni mattina in piazza. Poi alcuni giorni fa mi hanno detto che mio fratello non si trovava più. Tutto è cambiato da quando lui e la moglie si sono lasciati. Si alterava quando beveva ma era una brava persona. Cercava un buco, una casetta anche piccola dove stare ».

Più dura contro le istituzioni, in particolare il Comune e i servizi sociali, che non avrebbero dato una casa al fratello è stata invece la sorella della vittima. Servizi sociali messi sotto accusa anche da una nota del segretario provinciale del Prc Tony Della Pia: «A costo di sembrare retorico ,ma non lo sono , dico che la morte di Luciano Romagnolo ,, figlia del disagio sociale e della solitudine ha dei responsabili da ricercare nelle istituzioni. I servizi sociali da alcuni decenni stentano ad assolvere al loro compito , ovvero sostenere davvero i più deboli e chi patisce momenti di difficoltà economica e psicologica.

Purtroppo , nei giorni scorsi lo abbiamo denunciato come federazione provinciale di rifondazione comunista, i piani di zona sono diventati ufficio di collocamento per alcuni trombati della politica e fonte di guadagno per false cooperative che, mentre sfruttano i loro dipendenti, non forniscono il giusto servizio . Proviamo una ferma indignazione verso una classe politica istituzionale completamente incapace di adempiere ai ruoli affidatigli in una fase tanto complessa dal punto di vista economico ma anche sociale» .

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