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“Una poesia universale e insieme fortemente radicata al territorio”. Spiega così Gianni Maritati l’universo letterario di Antonietta Gnerre e Monia Gaita, nel corso del confronto al Circolo della stampa sul tema “La poesia. Una proposta di civiltà”. Un confronto animato da interventi d’eccezione, Gianni Festa – direttore de “Il Quotidiano del Sud”, Ilenia D’Oria – presidente Archeoclub d’Italia Avellino, e Vincenzo Fiore – scrittore e filosofo. A moderare il confronto, Stefania Marotti.. A impreziosire l’incontro le letture e musiche di Piano Terra Duo. Punto di partenza del dibattito sul ruolo a cui è chiamata la poesia oggi le raccolte ‘Quello che non so di me” di Antonietta Gnerre e “Non ho mai finto” di Monia Gaita. E’ Festa a ricordate come la poesia è sempre libertà, espressione del desiderio di rappresentare un mondo altro da quello che viviamo. Una libertà che appare oggi sempre più preziosa. Mentre D’Oria ricorda come la poesia è strettamente legata alle emozioni, al desiderio di reinventare la realtà, è dunque un atto di coraggio. Fiore si sofferma sulla capacità del linguaggio poetico di agire sull’interiorità.

Quindi passa in rassegna le peculiarità delle due poetesse-. “Così nell’universo di Gaita – spiega – ritroviamo versi taglienti, accompagnati da immagini di grande forza. Una poesia in cui è centrale l’amore, ora raccontato come impossibilità, ora come legame con la madre terra. Un amore che ritroviamo anche nella produzione di Antonietta con versi collocabili in uno spazio e tempo preciso, secondo un percorso ascensionale fatto di memorie collettivi e individuali. Così Gnerre declina con intensità anche i temi della maternità e dell’impegno civile”. Mentre Marotti ribadisce come la poesia sia sempre atto di pace, capace di abbattere barriere. “La poesia – ribadisce Gaita – può restituire senso alle nostre esistenze, grazie alla forte carica etica e morale che la contraddistingue”. Per Gnerre “la poesia è sempre resistenza e pace, di qui la necessità di coinvolgere sempre più le scuole, magari attraverso l’adozione di un poeta”. E’ il sindaco Gianluca Festa, tra gli ospiti dell’incontro, a ribadire “il bisogno della cultura della città. Vogliamo incoraggiare gli artisti a non arrendersi, mostrando agli altri chi è riuscito a raggiungere i traguardi stabiliti, provando a dare un contenuto ai luoghi della città attraverso uno strumento come la Fondazione”.

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