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SOLOFRA- «Inaffidabili». Michele Vignola definisce così i suoi interlocutori nella discussione sul futuro del Landolfi, ovvero i vertici del Moscati di Avellino, a partire dal direttore generale Renato Pizzuti. E se il confronto di ieri mattina, ancora una volta sollecitato dopo le anticipazioni di stampa dai sindaci, era quello destinato a chiarire i dubbi, ha invece lasciato sul tavolo tutti gli interrogativi. Una certezza c’è però.

Quella che nello stesso momento in cui si chiedevano garanzie sulla permanenza del personale che si trova attualmente nel presidio per la gestione del Reparto Covid attivato ad ottobre, come racconta lo stesso Vignola «Partivano due comunicazioni. Alle 12:52 un ordine di servizio per due anestesisti che da Solofra vengono richiamati alla Città Ospedaliera e alle 13:28 per cinque infermieri ». E tutte le domande avanzate dai sindaci, presenti anche il primo cittadino di Montoro Girolamo Giaquinto e quello di Serino Vito Pelosi, sono rimaste senza riposta.

E il primo cittadino di Solofra ripete: «Non sono degli interlocutori affidabili. La loro parola non ha valore, dicono una cosa e ne fanno un’altra. Non c’è mai rispetto per il ruolo dei sindaci, che non vengono coinvolti nelle scelte e soprattutto sono costretti a chiedere sempre chiarimenti». Una fumata grigia molto tendente verso il nero. Anche perchè la fascia tricolore della cittadina conciaria definisce quello di ieri mattina un incontro «deludente, perché come al solito il direttore generale è sempre sfuggente, buone maniere e tanti impegni ma alla fine solo chiacchiere. Sempre dopo che noi apprendiamo notizie e siamo costretti a chiedere lumi e dover verificare c’è l’unico momento di confronto».

Ai sindaci è stata anche sottoposta una nota dei vertici del Moscati alla Regione Campania, in particolare all’Unità di Crisi, per avere l’ok sulle misure organizzative intraprese dopo il trasferimento degli ultimi tre pazienti Covid dalla struttura ospedaliera al Moscati. Una risposta della Regione che è riferita ad una nota del 10 dicembre scorso. Quella che in sostanza stabilisce come, fermo restando che le strutture già organizzate per ospitare pazienti Covid vanno conservate anche alla luce di risvolti epidemici nuovi, nelle stesse bisogna gradualmente ripristinare anche le altre attività. Per i sindaci è proprio il caso di Solofra. Ma la scelta di trasferire solo il Reparto di Medicina con quindici pazienti, non allontana il dubbio da parte degli amministratori sulle intenzioni della dirigenza del Moscati, che non tiene in considerazione neanche i decreti che riguardano i, futuro della struttura e non sono stati superati.

«Non stanno facendo niente altro di quello che è stato indicato a dicembre dalla Regione. Perché riattivate soltanto la Medicina e solo per quindici posti letto? Perché non mandare più pazienti e allargare a tutto il secondo piano?» si chiede il sindaco Vignola. Questa è la prima domanda senza risposta, ma poi c’è quella fondamentale che riguarda i lavori alla struttura ospedaliera. «La questione lavori. Il cronoprogramma è slittato già di molto. Anche perché nell’ultimo incontro con De Luca l’impegno era partire dal Pronto Soccorso. Ci dicano quando partiranno i lavori e se si rispetterà l’impegno di avviare dal Pronto Soccorso. Riattivare gli ambulatori e iniziare i lavori dal Pronto Soccorso è un punto fondamentale».

E c’è anche la questione legata alla Terapia Intensiva : «anche qui ancora nulla, nonostante i quattro posti destinati dalla Regione Campania, abbiamo anche fondi che sono stati raccolti dal Comune e saranno oggetto di un protocollo per trasferirli all’Azienda Ospedaliera. Non ci sta chiarezza sulla riapertura dei reparti, nessuna iniziativa sulla Terapia Intensiva, è una cosa inaccettabile». Troppi dubbi e domande senza risposta in questa vicenda, che prefigura un nuovo scontro tra Moscati e sindaci.

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